Parcels: ‘Parcels’ (Kitsuné, 2018)

Genere: funk-pop | Uscita: 12 ottobre 2018

Cinque australiani che vivono a Berlino e incidono per un’etichetta francese: detto così, sembra un efficace spot contro il sovranismo. In realtà è una stringata biografia dei Parcels, quintetto di twenty-something provenienti direttamente dal liceo di Byron Bay (Nuovo Galles del Sud) e installatisi nella capitale tedesca circa tre anni fa. Avevano cominciato a fare musica già ai tempi della scuola, ma il contatto con il cosmopolitismo teutonico ha certamente aiutato i giovani Aussies a trovare la definitiva quadra. Il loro è un retro-pop che coniuga sapientemente nuovo e vecchio, soprattutto proveniente dalla fine dei ’70: funky, disco-soul e soft-rock come se piovesse.

I Parcels hanno un’occhio di riguardo anche per la dimensione visuale della loro musica, a cominciare dal look: costantemente freschi di parrucchiere e abbigliati nei migliori mercatini dell’usato di Friedrichshain, non potevano non attirare le attenzioni di chi delle funky vibes e dell’estetica vintage ha fatto un trademark, come la Maison Kitsuné. L’assoldamento nella propria divisione musicale è stato automatico, così come le attenzioni del gotha del French Touch, musicalmente a loro vicinissimo e probabilmente corposa fonte di ispirazione per queste composizioni. In curriculum ecco dunque arrivare una importante collaborazione con i Daft Punk, letteralmente impazziti per loro e conseguentemente produttori del singolo ‘Overnight‘.

In realtà in questo loro debutto sulla lunga distanza ‘Overnight‘ non c’è, e ciò la dice lunga sulla bontà e sull’ampiezza di un repertorio che per gli amanti del genere non può che risultare di altissimo livello. ‘Comedown‘, ‘Lightenup‘ e ‘Tieduprightnow‘ rasentano la perfezione dei primi Phoenix, che ricorrono come riferimento anche in pezzi più dilatati e complessi come ‘Everyroad‘, un po’ la loro ‘Love Like A Sunset‘. Il talento dei Parcels si evidenzia anche, e forse ancor di più, in una ballata come ‘Yourfault‘, che fa comprendere come Louie Swain e soci non siano soltanto tastiere e beicapelli: la band austral-berlinese non solo sa come vestirsi, ma sa anche come vestire le proprie ottime canzoni (questo disco se lo sono prodotti da soli), ovvero “la più vera rappresentazione di noi stessi come persone, come musicisti e come gruppo“. Ed è proprio questa sincerità, ravvisabile in ciascuno dei brani in scaletta, la ciliegina sulla torta e l’autentico plus rispetto al resto dell’electro-pop contemporaneo, e ciò che pone i Parcels su un livello assolutamente superiore.

VOTO: 😀



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