Pinegrove: ’11:11′ (Rough Trade, 2022)

 Genere: emo/folk-rock | Uscita: 28 gennaio 2022

È la piena acquisizione dell’eredità dei Death Cab For Cutie ad essere sancita con ‘11:11‘, il quinto album della carriera dei Pinegrove e, sotto diversi punti di vista, il loro più ambizioso. Non è un segreto che la musica scritta, suonata e prodotta da Evan Stephens Hall e Sam Skinner abbia da diversi anni intercettato molti dei fan storici del gruppo capitanato da Ben Gibbard. Folk, alt-rock ed emo, del resto, si legano perfettamente insieme nelle canzoni di entrambe le band, e potremmo scommettere una discreta somma che il frontman della collettivo di Montclair (New Jersey) abbia ascoltato parecchie volte dischi come ‘Transatlanticism‘ o ‘Plans‘. La scelta di chiamare al mixer il chitarrista che in quegli LP aveva suonato, Chris Walla, è ulteriore prova di una legacy sempre più esplicita.

11:11‘ è anche il primo lavoro registrato da Evan e Sam in un vero e proprio studio, tra Marlboro (un paesino nello stato di New York) e Woodstock. L’approccio “più disordinato” (così lo ha definito il chitarrista) è in realtà in antitesi con ciò che si sarebbe potuto ottenere da sessions più ‘professionali’ e meditate. L’aumento dei volumi delle chitarre elettriche è il tratto distintivo di quest’opera, probabilmente favorito dalla collaborazione con Walla, oltre che perfetta ambientazione sonora per le tematiche dei testi. C’è un grande coinvolgimento emotivo nelle 11 tracce in scaletta, ma questa volta non è dettato dalle vicende private del frontman/songwriter, bensì da diversi aspetti che hanno a che fare con la cosa pubblica: “C’è molto per cui essere arrabbiati in questo momento, e molto dolore da metabolizzare. Le parti più rumorose, però, vogliono anche rappresentare una speranza di unità, di collettività e di comunità“. ‘11:11‘ è infatti un album che discorre ampiamente di discriminazione razziale, gestione della pandemia e crisi climatica, e lo fa dal punto di vista di un cittadino degli Stati Uniti d’America assai contrariato da come il governo del proprio paese abbia operato in merito.

Tutta questa passione politica porta a un livello ancora più alto l’intensità empatica che ha sempre caratterizzato la musica dei Pinegrove. È chiaro che si entra nell’ambito di giudizi fortemente influenzati dal proprio gusto personale, ma è opinione di chi vi scrive che ‘11:11‘ presenti alcune delle canzoni migliori dell’intera discografia della band. La sghemba ‘Habitat‘, la roboante ‘Alaska‘, la romantica ‘So What‘, la riflessiva ‘Swimming‘, la brillante ‘Cyclone‘ possono vantare una perfezione compositiva ed interpretativa che Hall e Skinner avevano sempre sfiorato ma mai raggiunto così continuativamente. Non una rivoluzione, ma una crescita continua e constante che ha reso i Pinegrove una delle più importanti band contemporanee. Tornando all’eredità menzionata in principio, è proprio il caso di rilevare come gli allievi abbiano, quantomeno, eguagliato i maestri.

VOTO: 😀



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