Preoccupations: ‘Arrangements’ (Flemish Eye, 2022)

Genere: post-punk | Uscita: 9 settembre 2022

Se mai esistesse il momento storico più adatto ai Preoccupations, quello sarebbe proprio adesso“, sostiene il magazine canadese Exclaim!. Tutto quanto accaduto nel mondo da quando è uscito di ‘New Material‘ (2018) ad oggi è in effetti lo storytelling perfetto per la musica cupa e decadente della band di Calgary, giunta con ‘Arrangements‘ al quarto LP in carriera. Era però iniziata prima di pandemie e guerre la lavorazione di questo disco, i cui brani sono stati composti da Matt Flegel (basso, voce), Danny Christiansen (chitarra) e Scott Munro (synth, chitarra) a Montreal nell’autunno del 2019. Poco prima di distanziamento sociale e lockdown, che costrinsero i tre e il batterista Mike Wallace a interagire da remoto.

L’isolamento ha in parte incoraggiato la band a riconnettersi con elementi sonori dei loro primi lavori“, sostiene la press-release della Flemish Eye, l’etichetta che insieme alla Jagjaguwar diffonde questo lavoro. Così, le chitarre tornano protagoniste a scapito delle tastiere, anche se spesso vengono condensate in un unico suono. Si sono dovuti “arrangiare”, i Preoccupations per registrare questo LP, che in realtà è curato in ogni minimo riverbero come consuetudine. “I testi sono piuttosto evidenti e auto-esplicativi, parlano essenzialmente del mondo che deflagra senza che importi a nessuno“, afferma Flegel.

Ciò è evidente soprattuto nella seconda parte del disco, meno orecchiabile e più nebbiosa, con i brani che si allungano a oltre 6-7 minuti. Inizia invece molto diretto ‘Arrangements‘, con due singoli che ribadiscono come il quartetto sappia sia prendere strade tortuose ma anche trovarsi a proprio agio in quelle più lineari. ‘Bayonet‘ e ‘Ricochet‘ sono quegli anthem che fanno felice ogni appassionato di post-punk, e per ritrovare un’analoga immediatezza bisogna giungere alla seconda parte della conclusiva ‘Tearing Up The Grass‘. È il bello dei Preoccupations, una band sì fedelissima al suo genere di riferimento, ma sempre pronta a rivisitarlo molto oltre la facilità di fruizione (come accade in ‘Death Of Melody‘, ‘Advisor‘, ‘Recalibrate‘). Il quarto LP della loro storia non aggiunge molto all’idea che ci si era fatti di loro, ma neanche toglie. In sostanza, si tratta di una conferma, nel senso buono del termine.

VOTO: 🙂



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