🎵 Funk-rock | 🏷 BMG | 🗓 8 novembre 2024
Bobby Gillespie sembra uno di quelli che hanno un ritratto in casa che invecchia per loro. Ha ancora i capelli lunghi nero corvino e continua a vestire con giacche molto colorate, eppure gli anni passano anche per lui – i prossimi saranno 63 – e per le persone che lo circondano. Gli otto passati dal precedente ‘Chaosmosis‘ hanno visto il Nostro scrivere un libro, realizzare un album folk con Jehnny Beth delle Savages, affrontare la pandemia e quindi la perdita di persone care, come Andrew Weatherall, il produttore del loro disco più celebre e apprezzato (‘Screamadelica‘ del 1991), come Martin Duffy, storico tastierista del gruppo, e come il padre di Bobby, Bob, scomparso lo scorso aprile. C’è una sua vecchia foto sulla copertina di quello che è il dodicesimo LP in studio della band nata a Glasgow nel lontanissimo 1982, un tributo ma anche la figurata rappresentazione delle tematiche estremamente politiche del disco, giacché il genitore era un fiero sindacalista. Musicalmente, ‘Come Ahead’ è molto meno ruvido, nel suo svariare da un funk-rock ballabile venato di gospel a quelle sofficissime ballate che sono ormai un trademark dei Primal Scream da diversi dischi a questa parte.
“Una cosa che ci entusiasma è che le persone dicano la verità su un brano musicale che si potrebbe mettere a una cena! Perché ha un che di gioioso, ma quando si aguzza l’orecchio, dice qualcosa che deve essere detto“, spiega all’NME David Holmes, incaricato di produrre un disco ancora una volta fuori dagli schemi e soprattutto da ciò che ci si può attendere da una band i cui componenti sono ormai entrati nella terza età. Quello stesso Holmes che aveva già portato uno come Noel Gallagher fuori dai propri territori abituali, con quel ‘Who Built The Moon?‘ che è forse il disco più vitale realizzato da uno dei Gallagher nel post-Oasis.
“Penso che se sei nato nella classe operaia, sarai sempre un membro della classe operaia“, sentenzia Gillespie, mostrando una garra evidente per tutta la durata di un album assai godibile quanto profondo, vibrante ed eclettico, con bassi, chitarre, tastiere, archi e fiati che si susseguono con grande naturalezza e logica in un lavoro molto ben scritto quanto estrosamente composto. ‘Ready To Go Home‘, ‘Love Insurrection‘ (che ospita uno spoken-word in italiano di Anna Caragnano), ‘Innocent Money‘, ‘Circus Of Life‘ e ‘The Centre Cannot Hold‘ sono i brani più riusciti proprio perché imprevedibili, ma il livello rimane alto anche nel contraltare dei pezzi più lenti (‘Heal Yourself‘, ‘Melancholy Man‘, ‘False Flags’), nel blues-rock di ‘Love Ain’t Enough‘ e nel pastiche di ‘Deep Dark Waters’, andando a comporre un opera continuativamente ispirata, a dimostrazione che i Primal Scream, perlomeno dentro, rimangono perennemente giovani quanto il Dorian Gray del ritratto.
😀