Purity Ring: ‘Womb’ (4AD, 2020)

Genere: electro-pop | Uscita: 3 aprile 2020

Quando nel 2012 uscì ‘Shrines‘, il termine che i Purity Ring usavano per definire la loro musica, “future-pop“, sembrava quanto mai azzeccato. La mescola tra le melodie sognanti cantate dalla voce da scolaretta di Megan James con quei cupissimi beat congegnati da Corin Roddick era realmente avanti, tanto che il loro apporto fu da subito richiestissimo in ambito mainstream. Danny Brown, Lady Gaga e Katy Perry hanno usufruito dei loro servigi, nonostante con ‘Another Eternity‘ (2015) l’hype intorno a loro aveva iniziato a sbiadirsi.

D’altra parte, i due musicisti canadesi non paiono avere troppe smanie di popolarità. Se fecero passare tre anni tra quel fondamentale debutto e il sophomore, ancora di più ne sono trascorsi da allora a questo ‘Shrines‘: esattamente 5. Non sembrano però esserne passati così tanti a livello musicale, nel senso che le composizioni dei Purity Ring restano tuttora estremamente riconoscibili, a prova di imitazione, sebbene siano sostanzialmente rimaste ciò che erano quasi 8 anni fa.

Chi li ha apprezzati allora, difficilmente potrà lamentarsi di ‘Womb‘, che aggiunge un’altra decina di tracce a un discorso che è sempre stato chiaro e limpido. Del resto, una vocalità come quella della James è davvero difficile da ritrovare altrove, così come i suoi testi piuttosto splatter e le impeccabili produzioni di Roddick. E’ dunque il classico album di conferma, ‘Womb‘, al quale manca un’evoluzione che probabilmente alla prossima occasione andrà tentata. Tuttavia, il loro essere stati dei precursori gli consente di mantenere ancora oggi un discreto vantaggio. E poi, il non aver esagerato con la propria frequenza discografica fa sì che le canzoni del duo di Edmonton appaiano sempre fresche e dunque si continuino ad ascoltare volentieri, anche perché un’altra loro costante è l’essere, semplicemente, belle.

VOTO: 🙂



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