Real Estate: ‘The Main Thing’ (Domino, 2020)

Genere: indie-pop | Uscita: 28 febbraio 2020

Leggendo la biografia dei Real Estate, appare evidente quanto fosse stato fondamentale l’apporto di Matt Modanile nella formazione e nella maturazione artistica del gruppo originario di Ridgewood, New Jersey. Fu lui, più grande di un anno, a influenzare sensibilmente i gusti musicali dei suoi amici e compagni, suggerendogli ascolti, insegnandogli accordi, e rimanendo a stretto contatto con Martin Courtney nella prima vera e propria sessione di scrittura di quella che sarebbe diventata una band da ben tre 8-punto-più-di-5 su Pitchfork in cinque anni.

Con un background noise e un progetto personale, Ducktails, molto eclettico e sperimentale, Modanile era il perfetto contraltare alla scrittura melliflua e rassicurante di Courtney. Al netto delle inappuntabili ragioni della separazione, i suoi hook di chitarra, quelli di singoli come ‘It’s Real‘, ‘Easy‘ e ‘Talking Backwards‘, hanno lasciato un po’ orfano il suono dei Real Estate. Il suo sostituto, Julian Lynch, altro membro di lunga data della gang di best friend forever che sin dalle scuole medie aveva suonato insieme in numerose formazioni, ha sì garantito solidità alle loro composizioni, ma non ha saputo colmare quel vuoto di creatività lasciato dall’ex chitarrista. Così, sia il precedente ‘In Mind‘ (2017) che questo ‘The Main Thing‘ sono scesi, anche nei giudizi della webzine che li aveva convintamente lanciati, a qualcosina-più-di-7.

Guardo le persone intorno a me che cambiano e si evolvono, che affrontano nuove sfide mentre io, in un certo senso, mi sento prigioniero della routine“, confida il frontman nella nota stampa del disco a proposito del significato del testo di ‘Paper Cup‘, ennesimo singolo gradevolissimo a cui collabora vocalmente Amelia Meath dei Sylvan Esso. E’ probabilmente una definizione azzeccata per l’intero quinto LP della carriera dei Real Estate, che rimane ancoratissimo alla caratterizzazione sonora del quintetto, cercando di trovare specificità in una maggiore dilatazione dei singoli brani, ma finendo solamente per aumentare la sensazione di ridondanza. Non ci sono grosse sorprese in ‘The Main Thing‘, un disco che ha nella monotonia il proprio maggior difetto, ma che d’altro canto è opera realizzata da una band dalle idee limpide. E’ dunque impossibile, per chi da anni è fan del sound del gruppo, rimanere deluso da queste 13 nuove tracce. Anzi, lungo tutti i 48 minuti di durata si potrà crogiolare nel lento rincorrersi delle due chitarre, nella morbidezza delle melodie, nel calore della voce di Courtney. La succitata ‘Paper Cup‘, ‘You‘, ‘November‘ e ‘Silent World‘ sono altre canzoni molto belle, da aggiungere a una lista lunghissima e ormai decennale, per la quale non sembra esserci la reale volontà (o forse, senza Matt, la concreta capacità) di evadere dalla “routine” di cui sopra.

VOTO: 🙂



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