Shout Out Louds: ‘House’ (Bud Fox, 2022)

Genere: indie-pop | Uscita: 18 febbraio 2022

La copertina di ‘House‘, il sesto album della carriera ormai ventennale degli Shout Out Louds, rivela di per sé alcuni dettagli interessanti. Innanzitutto, che è stato lavorato tra novembre 2019 e febbraio 2021, dunque prima e durante la famigerata pandemia. Poi, che è stato pensato come un vecchio LP, dunque con il lato A e quello B. I titoli delle 8 canzoni, scritti a mano sulla cover, compongono la scaletta più breve della loro storia, e per la prima volta un loro disco scende sotto i 40 minuti, arrestandosi ad appena 33.

Less is more” è però una massima che da queste parti abbiamo molto a cuore, ed evidentemente anche Adam Olenius e soci, che hanno scelto di ri-affidare la produzione a Bjorn Yttling, bassista di Peter Bjorn And John e produttore ormai rinomato. C’era lui al desk nel 2007, quando la band di Stoccolma registrò ‘Our Ill Wills‘, probabilmente il proprio disco più riuscito. “Nell’album precedente, ‘Ease My Mind’, avevamo optato per una grande stratificazione, in questo volevo che tutto suonasse più minimale, con ogni singolo strumento che venisse fuori uno alla volta. Bjorn era la persona giusta con cui ottenere questo tipo di effetto“, spiega Olenius in questa video-intervista.

È sempre il loro caratteristico mix di jangle-pop, post-punk e Cure a caratterizzare un suono che seguita a vagare nell’etere al di là del tempo e delle mode. ‘House‘, descritto dal frontman come “un album notturno“, nel suo piccolo limita la predominanza delle chitarre, omogeneizzandone il suono con il basso, la batteria, le tastiere e le percussioni, di cui le produzioni di Yttling sono sempre generose. È però sulla melodia che questo lavoro punta il grosso delle proprie fiches: raramente le arie degli Shout Out Louds erano state così sofficemente avvolgenti, con alcuni passaggi che potrebbero essere selezionati a pieno titolo per una playlist soft-rock (‘High As A Kite‘, ‘Mixed Up‘, ‘Multiply‘).

La limitazione numerica dei brani li fa, paradossalmente, risaltare ancor più, e degli otto della tracklist è veramente difficile trovare un passaggio che non sia degno di nota. Ci piace però segnalare l’openerAs Far Away As Possible‘, concetto che combacia perfettamente con quanto provato in più di un lockdown, oltre all’altra anticipazione ‘Sky And I (Himlen)‘, che la voce della tastierista Bebban Stenborg rende ancor più fragilmente toccante, e alle più dinamiche ‘My Companion‘ e ‘June‘, che paiono una versione matura dei primi singoli del quartetto svedese. Una band che palesa tuttora la grande virtù di saper scrivere canzoni che rimangono nella testa di chi le ascolta per moltissimo tempo. Alcune, ormai, lo sono da quasi 20 anni.

VOTO: 🙂



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