Skullcrusher: ‘Storm In Summer’ EP (Secretly Canadian, 2021)

Genere: dream-folk | Uscita: 9 aprile 2021

Mai moniker fu più ingannevole di “Skullcrusher”: anche a causa di un font piuttosto ingarbugliato fa pensare a una band metal, magari fan dei Biohazard dal momento che c’è un loro brano che si chiama così. Invece, Skullcusher rappresenta una cantautrice che ha il volto candido e biondo di Helen Ballentine, e cela poche manciate (due, per ora) di placide canzoni folk prevalentemente acustiche. La prima delle quali, ‘Places/Plans‘, è divenuta di pubblico dominio meno di un anno fa, subito seguita da un primo, omonimo EP in grado di catalizzare l’attenzione sia dei media che di una nutrita fanbase già molto devota. Non è un caso che a metterla sotto contratto sia stata, senza indugio alcuno, un’etichetta importante come la Secretly Canadian.

Storm In Summer‘, secondo extended-play di una carriera ad oggi brevissima quanto entusiasmante, mette in campo una strumentazione più ampia, anche grazie alla produzione del compagno musicista Noah Weinman, e mostra una così rapida maturazione da far pensare alla predestinazione. Melodie soffici e sognanti fanno da contraltare a testi crudi e diretti, in cui Helen non manca di rivelare tutte le proprie difficoltà personali e relazionali: “Metto tanta enfasi sul mio privato, e sulle cose che amo e che sono mie, ed è davvero difficile lasciare che qualcun altro ci entri. È una specie di continuo avanti e indietro sul voler entrare in contatto con altre persone ma anche sull’averne un po’ paura“, spiega in una nota della sua label. Esplicita è anche la passione per Nick Drake, a cui viene addirittura dedicato il titolo di una canzone, ‘A Song For Nick Drake‘. Oltre a quelli dati a ‘Pink Moon‘, suoi ascolti frequenti (dichiarati in questa intervista ad Altpress.com) sono Radiohead, My Bloody Valentine e Microphones, ma si potrebbe scommettere che pure Elliott Smith sia stato parecchio presente negli streaming privati di colei che si fa chiamare Skullcrusher.

E in effetti, a sentirle bene, nelle cinque tracce di ‘Storm In Summer‘ ci sono, in un modo o nell’altro, dentro un po’ tutti. L’eccezionalità di questo EP si concretizza, però, in un songwriting di livello superiore che è tutta farina del sacco della musicista di stanza a L.A., alla cui resa è molto d’aiuto (va sottolineato) la stratificazione sonora dettata da Weinman. Il turbinio emotivo generato dalle arie angeliche di ‘Windshield‘ e ‘Storm In Summer‘ è quanto di meglio l’alternative-folk abbia proposto nel primo quadrimestre dell’anno, e un analogo viscerale magnetismo lo si ritrova anche nei brani più spogli, come il succitato tributo a Nick Drake, ‘Steps‘ o ‘Prefer‘. Una cinquina che rasenta la perfezione, e che se sommata alla quaterna del precedente ‘Skullcrusher‘ EP riduce enormemente il margine di errore di chi ritiene che Helen Ballentine possa diventare, in un futuro assai prossimo, qualcosa di davvero molto rilevante. D’altra parte, tutto quanto è sinora uscito a suo nome è indistintamente splendido.

VOTO: 😀




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