Sophia: ‘Holding On / Letting Go’ (The Flower Shop, 2020)

Genere: alternative-rock | Uscita: 25 settembre 2020

In un annata così pesantemente segnata dalla pandemia, sono proprio le band con un’intensa attività live come i Sophia ad avere sofferto maggiormente. Specialmente se si aveva in programma di pubblicare un nuovo album per poi suonarlo in tour: ‘Holding On / Letting Go‘ doveva uscire ad aprile, ma è stato rinviato a settembre nella speranza di portarlo in giro per l’Europa entro fine anno. Purtroppo l’intera tournée, comprese le due date in Italia, è ancora in standby, ma il settimo LP del progetto post-God Machine di Robin Proper-Sheppard è arrivato lo stesso, rivelandosi un disco importante di per sé perché segna, a suo modo, una svolta.

Il concetto di “Sophia 2.0“, infatti, compare spesso sul sito ufficiale della band di origine inglese, che ormai è un vero e proprio spot contro la Brexit: in un lungo soggiorno a Bruxelles Proper-Sheppard ha conosciuto dapprima Sander Verstraete (basso), e quindi Jesse Maes (chitarra) e Bert Vliegen (tastiere), tre musicisti belgi che sono entrati a pieno titolo nella line-up della sua creatura, di cui fa ancora parte il batterista/percussionista Jeff Townsin. Il rodaggio al nuovo quintetto è stato fatto nel tour del precedente ‘As We Make Our Way (Unknown Harbours)‘ (2016), con così tanto successo da confermare la formazione per le registrazioni di questo lavoro, che ha dunque, inequivocabilmente, un suono da band. ‘Strange Attractor‘ e ‘Undone. Again.‘, spesse di chitarre come se fossimo negli anni ’90, costituiscono un grande inizio e danno perfettamente l’idea di quanto sia stato collettivo l’approccio alle 10 canzoni in scaletta.

È un peccato non poterle ascoltare dal vivo in tempi brevi, perché ognuna di esse costituisce un mondo a sé all’interno di uno stile di scrittura che è indubitabilmente quello del frontman (‘Wait‘, ‘Gathering The Pieces‘, ‘Avalon‘, ‘Road Song‘). Sono interessanti, però, varianti come ‘Alive‘, ballata introspettiva ma tutt’altro che scarna, condotta da un sax (nelle parole del suo autore) “sexy e raffinato“; il punk pixiesiano di ‘We See You (Taking Aim)‘, l’esatto opposto dell’immagine ricorrente del Robin solo su un palco con una chitarra acustica; la conclusiva, dilatata e strumentale ‘Prog Rock Arp (I Know)‘. ‘Holding On / Letting Go‘ è dunque un disco che, dopo tutto questo tempo (sono passati più di 24 anni dal primo LP, ‘Fixed Water‘ del ’96), riserva ancora qualche sorpresa, mantenendo intatto il carisma e il mestiere di un gruppo che seguita a foraggiare il proprio culto con materiale, una volta di più, impeccabile sia nella forma che nella sostanza.

VOTO: 🙂



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