🎵 Alternative-folk | 🏷 YABB / Thirty Tigers | 🗓 14 giugno 2024
Non erano mai passati più di sei anni senza un album dei Decemberists. È accaduto tra marzo 2018, quando uscì ‘I’ll Be Your Girl‘, e giugno 2024, mese di pubblicazioni di questo ‘As It Ever Was, So It Will Be Again‘, nono LP nel quasi quarto di secolo di vita del collettivo guidato da Colin Meloy. Che nel frattempo si è preso un bel po’ di tempo per sé stesso e per la sua seconda carriera di scrittore di racconti per bambini, prima di riconvocare i musicisti che lo accompagnano da una vita. Considerato che l’ingresso in studio è avvenuto a settembre 2023, nove mesi fa, si tratta di una tempistica piuttosto breve per veder nascere un disco, per giunta doppio, che in tutto dura la bellezza di un’ora e otto minuti.
I Decemberists, oltre ad avvalersi di cameo illustri (Mike Mills dei REM, James Mercer degli Shins e Lizzie Ellison) tornano a lavorare con Tucker Martine, che con questo ha prodotto cinque degli ultimi sei album della band di Portland. Una presenza significativa, che riporta intenzionalmente il quintetto sulle traiettorie folk-rock seguite per quasi tutta la carriera, lasciandosi alle spalle le digressioni synth-pop dell’LP precedente. Musicalmente, dunque, si è al cospetto di un disco che – senza offesa – potremmo definire prevedibile, con i cliché di genere ampiamente presenti nelle undici tracce che ne compongono la scaletta. Unica eccezione il pezzo conclusivo, già primo singolo, ‘Joan In The Garden‘: una suite progressive di venti minuti, ‘responsabile’ della lunghezza complessiva dell’opera, oltre che, senza dubbio, rappresentante della sua parte più significativa.
Va un po’ a cozzare con il resto del lavoro, del quale diversi passaggi, seppur pregevoli, paiono spesso già ascoltati da qualche altra parte (‘Oh No!‘, ‘The Reapers‘, ‘William Fitzwilliam‘, ‘Born To The Morning‘), e in cui manca di un singolo trascinante come le top track del passato (‘Sixteen Military Wives‘, ‘O Valencia‘, lo stesso ‘Severed‘ di sei anni fa). ‘As It Ever Was, So It Will Be Again‘ ha il pregio di includere godibili melodie che rimangono in testa al di là degli arguti quanto sinistri (anche a questo giro c’è spesso qualcuno che muore) racconti congegnati da Meloy. Strappa per questo una sufficienza, che è solo tale soprattutto in rapporto a una carriera che aveva espresso più spunti e con maggiore continuità.
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