Genere: psych-rock | Uscita: 10 giugno 2022
Tra gli aspetti rilevanti dell’uscita di ‘Ultraviolet Battle Hymns And True Confessions‘, il nuovo album dei Dream Syndicate, c’è il pareggio di pubblicazioni tra la prima (1981-1989) e la seconda (2012-2022) parte della carriera della band californiana. Quattro album realizzati negli eighties, altri quattro negli ultimi cinque anni, ovvero da quando Steve Wynn e soci hanno ripreso a scrivere oltre che suonare in giro. Quest’ultimo lavoro segna anche un cambio di etichetta (dalla Anti- alla Fire Records) che non sembra però aver inciso troppo sul suono del quartetto, fedele a quanto congegnato da 40 anni a questa parte.
“Il nuovo album dei Dream Syndicate mescola Krautrock d’annata, atmosfere alla Eno, groove ritmato ispirato ai Neu e una lucentezza californiana scaldata dal sole nella loro classica tonalità psichedelica e melodica“, si legge sulla pagina Bandcamp del gruppo. Avere una pagina Bancamp per una comitiva di sessantenni dimostra, da un altro punto di vista, quanto l’approccio di questi signori si mantenga fresco e attuale. ‘Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions‘ potrebbe benissimo essere il disco di una band decisamente più giovane, magari con la passione per i suoni di una volta, ma non irrimediabilmente nostalgica.
Si prendano, ad esempio, ‘Trying To Get Over‘ e ‘Straight Lines‘, che portano con sé vigore e rumore, mentre brani quali ‘Hard To Say Goodbye‘ e ‘My Lazy Mind‘ mostrano un lato meditativo che completa la proposta. Sono però l’opener ‘Where I’ll Stand‘ e la riuscita ‘Every Time You Come Around‘ a rappresentare la perfetta sintesi tra rock ‘n’ roll, folk e psichedelia, ovvero quanto di peculiare hanno sempre avuto da offrire i Dream Syndicate. Che con queste poche righe intendiamo celebrare nel complesso della loro discografia più recente, di livello assolutamente e regolarmente più che buono. Altro che boomer.