Twilight Sad: ‘It Won/t Be Like This All The Time’ (Rock Action, 2019)

Genere: post-punk | Uscita: 18 gennaio 2019

Nel 1975 Brian Eno, in collaborazione con il pittore inglese Peter Schmidt, si inventò le Oblique Strategies: consistevano in un mazzo di carte su ciascuna delle quali erano impressi “oscuri e criptici aforismi, volti ad aiutare il musicista e chiunque svolga lavori creativi a rompere i blocchi mentali favorendo il pensiero laterale“. Insomma, un metodo per combattere il cosiddetto “blocco dello scrittore” universalmente riconosciuto come efficace, se è vero che ne hanno dichiaratamente usufruito artisti come Talking Heads, David Bowie, Devo e Coldplay. Anche Andy MacFarlane, chitarrista, produttore e compositore dei Twilight Sad, si è servito delle esortazioni contenute nelle carte di Eno & Schmidt. In particolare, di una che gli suggeriva: “Cancella tutto. Devi sforzarti di più“. Così, Andy ha eliminato dalla memoria del proprio hard-disk le musiche che già aveva inviato all’amico James Graham, sulle quali il frontman, paroliere e unico altro membro fondatore rimasto nel gruppo, stava costruendo i propri testi.

Ho dovuto riscrivere da capo un altro album per le parole di James, ma probabilmente avevamo bisogno di dare una scossa alla nostra routine. L’obbiettivo era fare qualcosa che ci sarebbe piaciuto suonare live, per renderlo più interessante principalmente a noi stessi“, racconta MacFarlane, e ciò spiega efficacemente la ragione per cui in questo nuovo LP non abbia lesinato ritornelli e volumi. ‘It Won/t Be Like This All The Time‘ è il disco ‘da stadio‘ dei Twilight Sad, preparato scientemente per essere urlato a squarciagola ai concerti. Del resto, è stata proprio la dimensione live a dare, a 15 anni dalla formazione, una decisa svolta alla carriera della band scozzese: tutto è partito da Robert Smith dei Cure, che dopo l’ascolto del precedente ‘Nobody Wants To Be Here And Nobody Wants To Leave‘ (2014) li ha fortemente voluti in tour con sé. Da allora l’attenzione su di loro si è come riaccesa, e con essa, evidentemente, una differente creatività: “Per me, è quasi come essere un’altra band“, chiosa Andy nella nota stampa.

Questa volontà di risultare più diretti è certamente la ragione principale per cui in questo loro quinto album i Twilight Sad hanno finito per semplificare di molto la propria proposta. Il loro post-punk si fa più solenne e integralista, le linee melodiche più lineari, i suoni luccicano in hi-fi. Si avverte una pericolosa vicinanza agli ultimi Editors, con stratificazioni che analogamente a Tom Smith e soci si fanno sovrabbondanti, portando i testi scritti da Graham, mai così personali, a smarrirsi nella ridondanza sonora. ‘It Won/t Be Like This All The Time‘ finisce quindi per diventare una sorta di auto-caricatura, un’accentuazione eccessiva e contemporaneamente una regressione al convenzionale del proprio stile musicale, che finisce per relegare il quartetto di Glasgow alla condizione di “buona band come ce ne sono tante”. Un peccato per un talento come il loro, che aveva sempre saputo distinguersi per specificità ed erudizione.

VOTO: 😐



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