Twin Shadow: ‘Caer’ (Reprise, 2018)

Caer‘, il titolo del quarto album di Twin Shadow, è un termine spagnolo che significa “cadere“. Come afferma lo stesso George Lewis Jr nella press-release, la “caduta” è intesa come un “passaggio”, allo stesso tempo di crescita personale e di rinascita, che spesso lascia alle spalle un senso di nostalgia e malinconia. Cadere, sempre secondo George, è un po’ come “buttarsi” in una nuova avventura, e certamente in questo disco il cantautore dominicano/americano si è buttato, eccome. Del resto, un cambiamento si è reso per lui necessario dopo l’incidente stradale occorsogli nel 2015 mentre viaggiava sul suo tour bus, che lo costrinse a operarsi a una mano ed ebbe come nefasta conseguenza la limitazione della sua attività di chitarrista.

Non sappiamo se ciò abbia influito sulle sue scelte stilistiche, o se il compimento del suo approdo alla black music sia una circostanza da esso indipendente (a dire il vero, era già cominciato con il precedente ‘Eclipse‘ del 2015), ma se dovessimo dare un tag a questo LP, utilizzeremmo senza dubbio “alt-R&B” (applicando il suffisso “alt-” con molta generosità). Purtroppo, tra le “cadute” di ‘Caer‘ c’è anche un rovinoso ruzzolone dal punto di vista creativo, che tuttavia (ed è un’aggravante) sembra totalmente voluto. La consapevole scelta artistica consiste evidentemente nella realizzazione di un disco che rimanga pienamente nel solco di ciò che ‘oggi funziona’. La chitarra viene dunque messa in soffitta, ma soprattutto è scomparsa quella tensione epica che caratterizzava i brani migliori a marchio Twin Shadow (presente, ma solo in parte, in ‘Little Woman‘ e ‘Obvious People‘). In ‘Caer‘ c’è semplicemente un po’ di downtempo con qualche base interessante e una discreta perizia vocale (‘Brace‘, ‘Too Many Colors‘). Pensare che la presenza più conturbante sia quella delle Haim (nel singolo ‘Saturdays‘) la dice tutta. Per chi non ne avesse abbastanza della 2453^ replica di una formula che affolla le radio ormai da anni (‘Simpathy‘, ‘18 Years‘, ‘When You’re Wrong‘), questo disco potrebbe anche risultare ben congegnato. Al contrario, per coloro i quali da artisti del calibro di George Lewis Jr si aspetterebbero quanto meno un tentativo di salto in alto, la delusione causata dal tonfo di cui sopra non è purtroppo dissimulabile.

VOTO: 🙁



 

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