Viagra Boys: ‘Cave World’ (Year0001, 2022)

Genere: indie-punk | Uscita: 8 luglio 2022

Tra ‘Welfare Jazz‘, l’album uscito a gennaio 2021, e questo ‘Cave World‘ sono passati appena 18 mesi. Un anno e mezzo che, per i Viagra Boys, è stato particolarmente doloroso a causa della scomparsa di Benjamin Vallé, membro fondatore del gruppo e chitarrista dei primi due LP. Una circostanza che non sembra aver influito sulla scrittura delle nuove canzoni, ma che di certo ha reso necessaria una riorganizzazione interna che dà ulteriore lustro a quanto contenuto nel terzo album in carriera del collettivo di Stoccolma.

Già, perché in ‘Cave World‘ la band svedese è ancora più determinata del solito. Contro quelle forme di estremismo che, in particolare negli anni della pandemia, hanno prodotto improbabili teorie cospirazioniste su cui riversa un’ironia tagliente. Un black humor che è sempre stato una componente fondamentale dei testi scritti dal frontman Sebastian Murphy (si legga quello di ‘Baby Criminal‘), a questo giro in eccelsa forma anche da interprete, mai così versatile (si ascolti il suo falsetto in ‘The Cognitive Trade-Off Hypotesis‘). Più in generale, è tutto il disco a rivelare differenti ma altrettanto pregnanti versioni del gruppo: dai punk-rock piuttosto classici della succitata ‘Baby Criminal‘ e di ‘Troglodyte‘, passando per la disco (sempre molto punk) di ‘Ain’t No Thief‘ ed ‘ADD‘, giungendo a numeri che mostrano grande ingegno compositivo, come ‘Big Boy‘ (il duetto con James Williamson dei Sleaford Mods), un blues marcio che conquista sempre più vigore e sfocia in una rappata dell’ospite, o lo spoken-word malato e sferzante di ‘Creepy Crawlers‘.

È dunque un’opera irriverente, potente e a suo modo sorprendente, ‘Cave World‘. Mostra i Viagra Boys al massimo del loro potenziale: non un passaggio a vuoto, persino i tre interludi di 30″ sparsi qua e là per il disco funzionano all’interno di una scaletta azzeccatissima, che porta questo album a essere seriamente preso in considerazione come il loro migliore, oltre che come uno dei più impattanti dell’anno in corso. È forse improprio parlare di maturazione per dei weirdos come Seb e soci, ma è un po’ quello il punto, che amalgamato a un ardore perennemente inscalfibile li issa tra le più credibili delle rockband contemporanee.

VOTO: 😀



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