Violent Femmes: ‘Hotel Last Resort’ (PIAS, 2019)

Genere: folk-punk | Uscita: 26 luglio 2019

La press-release che presenta ‘Hotel Last Resort‘, decimo album della lunghissima carriera dei Violent Femmes, comincia precisando che il nuovo batterista John Sparrow utilizza un Weber Grill (ovvero… un barbecue!) tra le sue percussioni. E’ un particolare che potrebbe fare efficacemente comprendere ai pochi che ignorano chi siano stati i Violent Femmes e cosa abbiano rappresentato, la loro natura autenticamente stravagante. Del resto, non avrebbero potuto risultare così seminali senza quell’abbondante carico di sana follia, che li ha portati a condensare folk e punk in una miscela tutt’oggi unica e caratteristica.

Per il loro secondo LP in vent’anni, a tre anni dal precedente e a sei dalla reunion avvenuta nel 2013, Gordon Gano e Brian Ritchie si ripropongono con la medesima divertente bizzarria, in una sorta di orgogliosa ostentazione della formula elettro-acustica che li ha resi celebri e rilevanti. Si fanno dare una mano da Tom Verlaine dei Television (che suona e canta nella title-track) e dallo skater/designer Stefan Janoski che, oltre a tributare loro un modello di sneaker Nike dedicato, si improvvisa cantante re-interpretando ‘I’m Nothing‘, brano già edito dalla band di Milwakee nel 1994.

Non c’è dunque moltissimo da dire su questo disco: è il classico album il cui principale intento è allietare i fan di lunga data. E’ un disco compatto, conciso, in alcuni episodi anche piuttosto frizzante (‘I Get What I Want‘, ‘Not OK‘, ‘Hotel Last Resort’, ‘It’s All Or Nothing‘) ma che nella totalità delle 14 tracce in scaletta, a cui decisamente mancano profondità e audacia, non riesce a convincere di essere molto di più di un’operazione di revival.

VOTO: 😐



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