Wye Oak: ‘The Louder I Call, The Faster It Runs’ (Merge, 2018)

Andy Stack e Jenn Wasner si conoscono dai tempi del liceo. Non sono mai stati neanche fidanzati, ma insieme hanno costruito qualcosa di ben più importante di una relazione: una band. Suonano in coppia dal 2006, quando Andy stava dietro a una batteria e con l’altra mano suonava il basso, e Jenn si occupava di cantare e di suonare la chitarra. Dodici anni e cinque album dopo, i Wye Oak sono sempre e solo loro due, ma la strumentazione si è arricchita parecchio: sono comparse copiose le tastiere e la batteria è stata affiancata da drum machine e campionatori. Andy e Jenn ora vivono in due città diverse, hanno entrambi lasciato la loro Baltimore per trasferirsi lui in Texas e lei in North Carolina. L’anno scorso però si sono ripetutamente incontrati, una settimana a testa nelle rispettive abitazioni, per registrare questo album.

The Louder I Call, The Faster It Runs‘ è a tutti gli effetti il disco della maturità per i due amici. Lo si capisce dalla ricchezza della strumentazione e dalle architetture di ognuna delle dodici tracce. Non si tratta più di realizzare musica con la chitarra (i primi tre album), o con i synth (il quarto): in questo quinto LP c’è tutto quanto i Wye Oak hanno appreso e messo in pratica nella loro carriera, un’evoluzione arrivata al completamento. Non sono più una band indie-folk, e non è solo semplice dream-pop quello che vi hanno aggiunto. Hanno un loro suono ormai caratterizzante, che si va ad appoggiare al cantato aulico della Wasner, altro elemento distintivo, sebbene sempre un po’ troppo simile a sé stesso e dunque uniformante. E’ l’unico limite di un disco in cui è impossibile non rinvenire classe, ottima fattura e brani di livello (come la title-track, ‘Simmetry‘ e ‘Join‘).

VOTO: 🙂



 

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