Yeah Yeah Yeahs: ‘Cool It Down’ (Secretly Canadian, 2022)

Genere: synth-rock | Uscita: 30 settembre 2022

Considerando che i primi quattro album degli Yeah Yeah Yeahs sono usciti nell’arco di 10 anni (dal 2003 al 2013), lo iato trascorso nei successivi nove aveva reso ben più che ipotetico il termine della carriera del gruppo. E invece la pandemia ha portato il trio formato da Karen O, Nick Zinner e Brian Chase a riflettere su quanto fosse stato bello andare in giro insieme a suonare la propria musica, e sul fatto che – appena possibile – avrebbero voluto farlo ancora. Così, tra aprile e agosto 2021 si sono ritrovati in studio insieme a tre produttori amici (Dave Sitek, Justin Raisen ed Andrew Wyatt), e con loro hanno registrato le otto canzoni che fanno parte di un album che, più che il quinto della loro storia, ha tutta l’aria di essere un secondo esordio.

Sì, perché nei solchi di ‘Cool It Down‘ (titolo che replica quello di una canzone dei Velvet Underground) pare di ascoltare una band completamente rinata. Rispetto a un decennio fa, le chitarre sono quasi completamente sparite, ora sono i sintetizzatori a mantenere spesso il suono della band newyorkese. Li suonano sia Nick che Karen, con quest’ultima che dispiega il suo consueto carisma dal primo all’ultimo brano. Sono più lente le nuove composizioni degli Yeah Yeah Yeahs, quasi tutte downtempo, ma non meno risolute e possenti. Una potenza che non si fonda più sulle urla e sul rumore, ma su una stratificazione sonora assai corposa e sulla qualità vocale della frontwoman, che sembra non avere più necessità di strillare come ai tempi di ‘Fever To Tell‘ (2003) e ‘Show Your Bones‘ (2006): “In molte delle canzoni di questo disco diamo voce a quei sentimenti che vorrei sentire riflessi nella nostra musica. È stimolante ed emozionante affrontare quei problemi che nessuno vuole vedere. Come artista, sento la responsabilità di farlo“, spiega nel comunicato stampa della Secretly Canadian, l’etichetta che pubblica questo lavoro.

Un esempio è l’opener nonché traccia migliore del lotto, ‘Spitting Off the Edge Of The World‘, epica e determinata nel condividere la preoccupazione per il global warming. Musicalmente, la stessa Karen sostiene di avervi sentito David Bowie sin dal primo demo, e la scelta di cantarla insieme a Perfume Genius (“c’è un po’ di Bowie in lui“, dice) ne è stata una conseguenza. Ma c’è molto altro di altrettanto stuzzicante in questo disco, assai più ricco di quanto la sua breve durata (32 minuti) suggerirebbe: due dream-pop sui generis e tanto intimi come ‘Lovebomb‘ e ‘Blacktop‘, la solenne ma ritmata ‘Wolf‘, la il funk-rock di ‘Fleez‘, l’electro-soul di ‘Burning‘, l’indietronica di ‘Different Today‘. Ciascuno ha una sua precisa singolarità, pur trovando piena cittadinanza in mezzo ai suoi pari e rimanendo pienamente identificabile come una composizione degli Yeah Yeah Yeahs. Che non sono più quelli degli anni ’00, ne hanno 20 di più, ma quanto allora si mostrano pionieri nell’indicare direzioni alternative al rock contemporaneo.

VOTO: 😀



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