Young Jesus: ‘Shepherd Head’ (Saddle Creek, 2022)

Genere: experimental-folk | Uscita: 16 settembre 2022

L’isolamento dato dalla pandemia, il sostanziale dissolvimento della sua band, la morte di un caro amico: per John Rossiter non deve essere stato un periodo facile quello intercorso tra ‘Welcome To Conceptual Beach‘, l’album pubblicato nel 2020 quando ancora gli Young Jesus erano un gruppo, e questo ‘Shepherd Head‘, che come conseguenza di tutto quanto accadutogli, è il suo primo LP concepito e registrato in completa autonomia. Si è servito di un laptop, di GarageBand e di un microfono Shure per incidere otto canzoni che si discostano parecchio da quanto fatto in precedenza, confermando la tradizionale marcata discontinuità tra una pubblicazione e l’altra.

Il sesto LP, accreditato comunque a Young Jesus, ha però grande varietà anche al suo interno. Parte come un disco art-folk che ricorda Local Natives, National e Wild Beats (‘Rose Eater‘, ‘Ocean‘, ‘Shepherd Head‘), prosegue come se si fosse entrati in un club di Manchester (‘Johno‘ e ‘Gold Line Awe‘, ispirati da una coinquilina gli ha fatto ascoltare a John molta musica dance inglese dei primi ’90), e si chiude con un tris di brani più meditativi, da after-party (‘Satsuma‘, ‘Believer‘, ‘A Lake‘). Denominatore comune è una sensibile riduzione della durata delle tracce, tutte sotto i 5 minuti (in passato Rossiter era arrivato anche a 20′ per un solo pezzo), e dell’aggiunta di rumori e campionamenti urbani, registrati in bassa fedeltà e presa diretta quando Los Angeles è andata in lockdown.

Il risultato finale è un disco un po’ troppo transumante per essere al livello del suo predecessore, ma che conserva quell’abilità nel concentrare il proprio talento in brani specifici: ‘Ocean‘ è la canzone perfetta presente in questo lavoro, uno dei migliori singoli dell’anno anche grazie alla partecipazione di Tomberlin. Il resto sono una serie di ipotesi su possibili direzioni da intraprendere in futuro, che confermano l’inclinazione di incallito sperimentatore del musicista nato a Chicago, ma che non riescono a dare a questo a ‘Shepherd Head‘ quella coerenza compositiva necessaria a una grande raccolta. ‘Johno‘ e ‘Satsuma‘, i due brani che riassumono più efficacemente gli spunti stilistici di quest’album, sono però altre due rimarchevoli proposte da parte di un musicista che per fare il salto di qualità definitivo deve solo dare un po’ di ordine alla propria creatività.

VOTO: 🙂



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