Chastity Belt: ‘Chastity Belt’ (Hardly Art, 2019)

Genere: dream-pop | Uscita: 20 settembre 2019

E’ evidentemente durato pochissimo lo hiatus delle Chastity Belt, considerato che sono passati appena due anni e tre mesi tra il precedente ‘I Used to Spend So Much Time Alone‘ (2017) e questo ‘Chastity Belt‘. Molto è accaduto, però, soprattutto alla frontwoman Julia Shapiro, che ha suo malgrado sofferto di gravi problemi di salute e della fine di una relazione importantissima. Ne è uscita bene, per fortuna, dal punto di vista creativo addirittura splendidamente, se si pensa che questo è il suo secondo LP in meno di tre mesi dopo il bell’esordio solista, ‘Perfect Version‘, pubblicato a giugno sempre dalla Hardly Art.

E’ evidentemente indice questo di estrema naturalezza, nessuno che compiesse il più scontato calcolo di marketing pubblicherebbe due album a distanza temporale cosi ridotta. Con le Chastity Belt, però, va così: quattro amiche dai tempi del liceo che non devono programmare quando fare le cose; quando se la sentono le fanno e basta. Questo album, in particolare, è venuto diverso dal solito, anche per la significativa presenza di Melina Duarte alias Jay Som alla produzione. L’esuberanza dei tempi del college è divenuta una riflessiva miscela di dream-pop, post-punk e anche un po’ di slowcore.

Dall’iniziale ‘Ann’s Jam‘, forse il brano migliore del lotto, si capisce che la nuova versione delle Chastity Belt è quanto mai attraente, soprattutto per la specificità che ha loro portato l’interagire con il talento della cantautrice californiana. ‘Chastity Belt‘ in quanto album è sicuramente poco eclettico, ma riesce a sintetizzare al meglio un suono in cui le chitarre della Shapiro e della collega Lydia Lung si rincorrono quasi abbracciandosi, immagine che rende al meglio il tema centrale del disco, ovvero il prendersi cura delle persone a cui si vuole bene. La tenerezza e il calore umano che trasudano da queste note sono emblematiche.

VOTO: 🙂



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