English Teacher: ‘This Could Be Texas’

🎵 Alternative-rock | 🏷 Island | 🗓 12 aprile 2024

Lily Fontaine (voce), Nicholas Eden (basso), Douglas Frost (batteria) e Lewis Whiting (chitarra) a Leeds non ci sono nati, ma vi ci sono ritrovati. All’università per l’esattezza, provenienti da località amene quanto disparate come Colne, Preston, Bedford e Guildford. Singolarmente, avevano già cominciato a scrivere canzoni, che poi hanno trovato forma e costrutto a partire dal 2020, quando hanno formato gli English Teacher e hanno iniziato a suonarle insieme. Con immediato grande successo, se è vero che prima la Speedy Wunderground e poi la Nice Swan hanno pubblicato i loro singoli ed EP, che sono finiti nelle line-up di quasi tutti i festival d’Albione, che hanno già goduto di un passaggio televisivo live al celeberrimo talk show ‘Later… with Jools Holland‘, oltre ad avergli permesso di firmare un contratto da major con la Island (gruppo Universal).

Se ne parla da così tanto tempo, degli English Teacher, che questo LP di debutto pare quasi giungere con un po’ di ritardo, anche a causa di una precoce crisi creativa in parte dovuta alle alte aspettative createsi intorno a loro. Che – lo diciamo sin da subito – non sono state per niente deluse, anzi. ‘This Could Be Texas‘ ha talmente tanti spunti che band meno dotate ci riempirebbero 3-4 album, cresce con gli ascolti, e contiene un paio dei migliori singoli degli ultimi mesi (‘The World’s Biggest Paving Slab‘ e ‘Nearly Daffodils‘).

C’è tanta roba dentro questo disco: post-punk come dappertutto in Inghilterra oggigiorno, ma anche math-rock, art-punk e un po’ di psichedelia e di progressive. Lily Fontaine, la frontwoman che ha reso tutto ciò possibile, passa dallo spoken-word a note altissime, sostenendo (in un brano chiamato ‘R&B‘), che “nonostante le apparenze, non ho la voce per cantare l’R&B“. Una sarcastica presa di posizione contro gli stereotipi che accompagnano le persone di colore, esempio dell’arguzia di testi degli English Teacher, ulteriore punto a favore da aggiungere alla parte prettamente musicale.

Che è assai intrigante, con tantissimi cambi di ritmo e di atmosfere (si sentano la title-track, i singoloni di cui sopra o la succitata ‘R&B‘) e una versatilità che permette di eccellere sia nei brani più rapidi che in una serie di ballate (‘Mastermind Specialism‘, ‘The Best Days Of Your Life‘, ‘You Blister My Paint‘, ‘Albert Road‘), che la prima parte di carriera del quartetto non aveva fatto intendere potessero essere nelle loro corde. Il tutto ottimamente prodotto da Marta Salogni, all’ennesimo contributo di qualità. Il merito principale però è dei ragazzi, autori del miglior esordio dell’anno, che potrebbe anche rivelarsi il miglior disco dell’anno. In particolare di Lily, che consente agli English Teacher di avere quel qualcosa in più rispetto a due band connazionali altrettanto eccelse come Dry Cleaning e Black Country New Road: una frontwoman carismatica.

😀



 

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