Frankie Cosmos @ Astoria, Torino – 5/6/2018

Una ragazzina dai capelli corti che mangia un gelato, in canottiera e pantaloncini, e con dei calzini con disegnati sopra dei coniglietti: così ci appare Greta Kline, mentre fuori dall’Astoria attendiamo con lei che inizi il suo primo concerto italiano. Un’immagine non propriamente da rockstar, sembra piuttosto quella di una studentessa del liceo in gita a Torino. Anche gli altri compagni di band non mostrano certo le caratteristiche del classico adagio sex, drugs & rock ‘n’ roll, anzi, paiono i perfetti compagni di classe di Greta.

Che poi si tratti davvero di un gruppo musicale lo si scoprirà poco più tardi nell’afa del basement del club torinese. Il fatto che salgano sul palco e comincino a suonare come schegge le loro cortissime canzoni lo rende inequivocabile, e nel caso di Greta, che può mostrare una discreta abilità con la chitarra, ancora di più. L’aspetto così innocente, diremmo acqua e sapone, dei componenti dei Frankie Cosmos, non può non suscitare istantanea simpatia, e così cominciano a sentirsi distintamente diversi “Vai Greta!” e “Brava Greta!“, come se la figlia di Kevin Kline e Phoebe Cates fosse una nata e cresciuta a San Salvario. Lei si dice sorpresa di vedere davanti a sé così tanta gente, “ci aspettavamo venissero in due“. Il batterista Luke Pyenson rivela un’ottima padronanza della lingua italiana, prende più volte il microfono per comunicare quando il gruppo sia contento di essere nel nostro paese “dopo aver visitato posti bruttissimi nel resto d’Europa“, di quanto sia complicato suonare “dopo aver mangiato gli Agnolotti“, e altre varie carinerie. Tra spontaneità, sintonia e power-pop, il pubblico è decisamente conquistato, tanto che lo si può sentire distintamente cantare alcune canzoni.

Curioso notare che l’audience sia composta da ragazzi molto giovani, al massimo dell’età di Greta e soci. Questo significa che per le nuove generazioni c’è forse una speranza, oltre hip-hop e trap, se si creano luoghi di aggregazione come evidentemente è l’Astoria per Torino, e fa capire anche che una proposta non molto pubblicizzata ma talentuosa, sincera e facilmente assimilabile, come quella dei Frankie Cosmos, sia ancora capace di creare piccoli culti che presto potrebbero diventare grandi, in tutti i sensi.


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