Idlewild: ‘Interview Music’ (Empty Words, 2019)

Genere: indie-rock | Uscita: 5 aprile 2019

Diciannove date, tutte nel Regno Unito, tra cui spiccano quelle al Forum di Londra (2300 spettatori di capienza), al Barrowland di Glasgow (2100), al’Institute di Birmingham (2000) e al Ritz di Manchester (1500). Non male per una band che sta per tagliare il traguardo dei 25 anni di carriera e che non si è mai nemmeno lontanamente avvicinata a una popolarità mainstream, nemmeno in UK. Poter suonare in queste venue nel 2019 per chi si è formato nel 1995 significa quantomeno avere uno zoccolo duro di irriducibili fan.

Roddy Woomble e soci questa fedelissima audience se la sono costruita soprattutto tra il 1998 e il 2002, ovvero negli anni dei loro primi tre album. Gli allora ragazzi di Edimburgo erano stati bravissimi a interpretare quella voglia di qualcosa di nuovo del pubblico britannico, decisamente sazio della scorpacciata nazionalista ingurgitata con tutto quel brit-pop. Durante i primi anni della loro carriera gli Idlewild si erano abilmente posti al centro di un triangolo i cui vertici erano idealmente rappresentati da Nirvana, REM e Smiths. I rumorosissimi inizi (l’EP ‘Captain‘ e l’esordio ‘Hope Is Important‘ del 1998) furono progressivamente mitigati da una sempre più marcata inclinazione alla melodia, tanto che ‘The Remote Part‘ del 2002 presentava al suo interno brani tendenti all’easy listening (su tutti ‘American English‘), davvero altra cosa rispetto alla sincopata ‘Everyone Says You’re So Fragile‘ del lustro precedente.

Questo ottavo LP della band scozzese è decisamente in linea con quanto mostrato durante tutta la propria esistenza. Le tredici tracce in scaletta seguitano a palesare grande versatilità e a difettare di coesione, un po’ il problema post-2002 di Woomble e soci. La complessa gestazione di questo disco, originariamente previsto per il 2017, non ha certo compattato il suono del quintetto, che a più riprese e in più luoghi ha interrotto e riavviato scrittura e registrazioni, e che ha dovuto ricalibrarsi dopo l’ingresso di due nuovi membri, il bassista Andrew Mitchell e il tastierista Luciano Rossi.

E’ dunque un gran pasticheInterview Music‘, per il cui definitivo compimento è stato richiamato il produttore dei bei tempi Dave Eringa. Il vecchio ardore lo si riavverte in un singolo come ‘Same Things Twice‘, che rimane però una-tantum, attorniato da un sacco di altre cose, alcune riuscite e altre meno. Ciò che a questi nuovi Idlewild sembra venire meglio sono i brani meno irruenti e stratificati, caratterizzati però dai ganci tipici della chitarra di Rod Jones. Parliamo della title-trackInterview Music‘, della mansueta ‘You Wear It Secondhand‘ ma anche della kozelekiana ‘I Almost Didn’t Notice‘. Poteva essere questa una traccia da seguire, ma purtroppo la band di Glasgow pare aver preferito mettere più carne al fuoco possibile, generando un po’ di straniamento non certo mitigato dall’eccessiva durata (52 minuti). Si va da una zuccherosa ballata a due voci come ‘There’s A Place For Everything‘ a un brano eccentrico e sperimentale come ‘Mont Analogue‘, passando per un soft-rock piuttosto innocuo come ‘Forever New‘, per concludere con un lentone romantico come ‘Lake Martinez‘. Quest’ultima è un’altra buona canzone, ma ancora una volta la ritroviamo isolata in un contesto un po’ schizofrenico. ‘Interview Music‘ sembra purtroppo un’ulteriore conferma della perdita di direzione del gruppo, avvenuta ormai una quindicina di anni fa. Potrà soddisfare pienamente solo il succitato zoccolo duro e puro che affollerà le grosse venue di cui sopra, ma non chi ricorda nitidamente la determinatissima (e sottovalutatissima) band di inizio carriera.

VOTO: 😐



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