Indigo De Souza: ‘Any Shape You Take’ (Saddle Creek, 2021)

Genere: grunge-pop | Uscita: 27 agosto 2021

Figlia di una pittrice del Nord Carolina e di un chitarrista di bossanova brasiliano, Indigo De Souza è cresciuta circondata da arte. Soprattutto grazie alla madre,  che anche per questo ‘Any Shape You Take‘ si è occupata dell’artwork di copertina, e alla quale ha dedicato il suo album d’esordio del 2018, ‘I Love My Mom‘. Fu lei a capire che la figlia aveva una particolare predilezione per la musica, iscrivendola a un corso di chitarra alla tenera età di 9 anni. Poco dopo, a 11, la giovane Indigo ricorda di aver già compreso, dentro di sé, “che ciò che avrei fatto nella mia vita sarebbe stato la musicista“. Oggi che di anni ne ha 24 sembra peraltro pronta per il grande salto, se è vero che per questo sophomore è stata messa sotto contratto da un’etichetta illustre come la Saddle Creek, che preso inizierà il suo primo tour da headliner, e che una webzine influente come Pitchfork l’ha già bollata “best new music” e le ha dedicato una lunga intervista.

Con un nome e un cognome così esotici e con quei lunghi capelli spesso raccolti in treccine, la ragazza non sembrerebbe peraltro “l’ultimo bagliore indie-rock” (cit. sempre Pitchfork). E invece, nel suo disco, le chitarre sono abbondanti e molto rumorose (‘Darker Than Death‘, ‘Bad Dream‘, ‘Late Night Crawler‘, ‘Kill Me‘), sebbene spesso affiancate a numeri molto più pop. L’opener ‘17‘ o il singolo ‘Hold U‘, ad esempio, potrebbero trarre in inganno circa il reale contenuto di ‘Any Shape You Take‘, apparendo così melodicamente contemporanee, con tanto di vocoder e ritmiche R&B. Sono invece alcune delle sfaccettature della musica della cantautrice di stanza ad Asheville: “E’ stato davvero entusiasmante poggiarmi sulla mia propensione al pop più di quanto abbia fatto in passato, e fidarmi del mio intuito per portare le canzoni dove sentivo dovessero andare. Avevo gli strumenti per farlo e collaboratori che erano disposti ad accompagnarmi“, spiega la De Souza nella press-release della sua etichetta. Un’affermazione che svela quanto sia maturata anche in qualità di produttrice, lavorando a questo album a quattro mani con un producer di fama come Brad Cook, che in carriera ha interagito con gente come Bon Iver, Waxahatchee e War On Drugs.

Insieme, Indigo e Brad hanno costruito questo suono al tempo stesso delicato e abrasivo che caratterizza tutto ‘Any Shape You Take‘, rendendolo una continua sorpresa anche grazie alla versatilità di interprete dell’intestataria dell’opera, oltre che della sua incisività in fase di scrittura (“I’d rather die than see you cry” che diventa “I’d rather die before you die” nell’elettrica ‘Die/Cry‘). Si va da brani perfettamente orecchiabili come ‘Pretty Pictures‘, passando subito dopo a una vera e propria sperimentazione quale è ‘Real Pain‘, che parte molto soft, si distorce parecchio, e a un certo punto addirittura si ferma per dare spazio a una serie di grida registrate da fan e conoscenti (“una rappresentazione dell’idea che – non importa se e quanto siamo distanti – tutti noi sperimentiamo il dolore in maniera profonda durante la nostra vita“). È un passaggio indicativo dell’ingegno creativo di Indigo De Souza, generalità anagrafiche che d’ora in poi avranno – a ragion veduta – una connotazione preminentemente rock, e che presumibilmente saranno googolate con molta più frequenza, considerata la consistenza qualitativa di questo LP.

VOTO: 😀



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