Sasami: ‘Sasami’ (Domino, 2019)

Genere: dream-pop | Uscita: 8 marzo 2019

Come afferma la biografia della sua pagina Facebook, “negli ultimi dieci anni Sasami Ashworth ha fatto musica in quasi tutti i modi possibili“. Cominciò a suonare sin da piccolissima, prima il pianoforte e poi il corno, strumento che la convinse ad iscriversi al conservatorio. Una volta diplomata cominciò a interessarsi anche a basso, chitarra e tastiere, a suonare in diverse band, tra cui Dirt Dress e Cherry Glazerr, e a prestare frequentemente opera come arrangiatrice per archi e fiati. Aver studiato musica classica le fu dunque utile, sia per ottenere la licenza di insegnante per le scuole elementari (“Un concerto rock in una sala colma di adulti ubriachi non è niente in confronto a trenta bambini con un tamburello“, dice scherzando), che nel comporre per film e spot pubblicitari.

Sasami era pertanto professionalmente ben più che pronta per far confluire sforzi ed esperienze in un progetto in cui sarebbe stata assoluta protagonista, anche perché scrivere le è venuto naturale. Ci è riuscita persino nella confusione di un tour, il suo ultimo con i Cherry Glazerr, appuntando tutto sul proprio iPad: “passare dal mio tablet allo studio di registrazione è stato come copiare su una pergamena una lettera originariamente scritta su un tovagliolino di carta“. Aveva in effetti necessità di condividere apertamente le proprie emozioni, soprattutto dopo la fine di un legame che durava da tempo. Per la cantautrice losangelina le dieci canzoni del suo debutto sono “una via di mezzo tra un diario e una raccolta di lettere scritte ma mai inviate alle persone con le quali, in un modo o nell’altro, ho avuto una relazione“.

La Ashworth aveva anche le idee chiare su come rendere musica un tale concentrato di intimità: un 16 tracce analogico avrebbe preservato il calore e la spontaneità delle sue personalissime riflessioni. I suoi studi musicali le sono tornati ancora una volta utili nella scelta delle forme sonore da dare loro. Ed è proprio il suono di questo disco uno dei suoi punti di forza, con la voce spesso posta sullo stesso piano di una strumentazione prevalentemente elettrica ma che non riempie eccessivamente lo spettro. Si tratta di un melange molto variegato, in cui confluiscono dream-pop, space-rock, shoegaze, psichedelia e post-punk, ammorbiditi da un tocco vintage da film soft-erotico degli anni ’70 (soprattutto in ‘Jealousy‘ e ‘Adult Contemporary‘).

Sasami‘ è dunque un disco che suscita indubbio interesse, è peculiare, comunicativo e di certo non prevedibile in nessuna delle sue tracce. E se gente come Dustin Payseur dei Beach Fossils, Devendra Banhart, Soko, Meg Duffy alias Hand Habits e Sheridan Riley degli Alvvays si è scomodata per collaborarvi, evidentemente non siamo al cospetto di un debutto qualsiasi.

VOTO: 🙂



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