Smashing Pumpkins: ‘Shiny and Oh So Bright, Vol. 1 / LP: No Past. No Future. No Sun.’ (Napalm, 2018)

Genere: adult-rock | Uscita: 16 novembre 2018

E’ una bella rimpatriata quella organizzata per il nuovo album degli Smashing Pumpkins. C’è ovviamente Billy Corgan, ma ci sono anche James Iha e Jimmy Chamberlin, rientrati nel gruppo da cui mancavano, tutti insieme, dal 2000. C’è anche Rick Rubin, che aveva già lavorato con loro ai tempi di ‘Adore‘ (1998), senza però mai apparire nei credits ufficiali di alcun disco. Ed è probabilmente il vecchio smalto, che raramente si è più riscontrato in una composizione di Corgan, che si cerca di recuperare con questa operazione. Del resto, Billy le ha provate un po’ tutte: prima formando un’altra band (gli Zwan), quindi mettendosi in proprio (‘The Future Embrace‘ del 2005), poi ricostituendo gli Smashing Pumpkins con altri musicisti, poi ancora da solo, ma con differenti generalità (William Patrick Corgan) e ora riassemblando 3/4 della line-up originaria del gruppo.

Shiny And Oh So Bright, Vol. 1 / LP: No Past. No Future. No Sun.‘ arriva dopo un lungo periodo creativamente turbolento, con il progetto ‘Teargarden By Kaleidyscope‘, che doveva portare alla creazione di 44 singoli a sé stanti, prima accorpato in una serie di uscite (tra cui due album), e poi abortito alla 34^ canzone. E’ chiaro come anche ciò sia legato al concetto di ripartenza da zero coerente con il ricongiungimento del nucleo storico del gruppo. È così stata fatta passare l’idea che gli Smashing Pumpkins autentici siano questi, non quelli comunque attivi tra il 2007 e oggi, con conseguente innalzamento dell’asticella delle aspettative e relativa speranza di risentire qualcosa di almeno minimamente paragonabile a ‘Siamese Dream‘ e/o ‘Mellon Collie And The Infinite Sadness‘.

In tal senso, il primo volume di ‘Shiny And Oh So Bright‘ delude, purtroppo, le attese. Oltre a una scrittura prevedibile sia a livello melodico che lirico, è un disco privo di quella abrasività e di quella profondità che i migliori ‘Pumpkins possedevano abbondantemente. Pare essere tutto ciò può offrire un combo di attempati rocker nostalgici del passato e privi di una visione di quello che potrebbe essere il loro futuro. Ci si trova così al cospetto di otto canzoni che non riescono a suscitare alcun particolare interesse (a parte qualche rullata di batteria), e che paiono peraltro essere state composte più in favore di un possibile airplay radiofonico che per rivendicare il proprio orgoglio alternative. ‘Travels‘, ‘Alienation‘ e ‘With Simpathy‘ fanno veramente fatica a non passare totalmente inosservate; ‘Silvery Sometimes‘, ‘Solara‘, ‘Marchin’ On‘ e ‘Seek And You Shall Destroy‘ sono discreti brani, ma mai troppo lontani dai cliché di genere. Solo ‘Knights Of Malta‘, con il suo coro gospel, mostra personalità. Si badi bene, questo LP non è il disastro totale descritto da alcuni, ma solamente l’ennesimo lavoro nella media di un cantautore che ha perso da tempo il proprio tocco magico.

VOTO: 😐



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