Bachelor: ‘Doomin’ Sun’ (Polyvinyl, 2021)

Genere: indie-pop/rock | Uscita: 28 maggio 2021

Bachelor non è una band, è un’amicizia“: recita così la nota che introduce ‘Doomin’ Sun‘, l’album d’esordio di un duo non certo alle prime armi. Sia Melina Duterte, meglio conosciuta come Jay Som, che Ellen Kempner, in arte Palehound, hanno alle spalle tre album oltre a svariati singoli ed EP. Si sono conosciute nel 2017, in occasione di un concerto in cui si esibivano entrambe, diventando immediatamente Best Friends Forever per una serie di affinità elettive che includono (ovviamente) anche la musica. Stima e frequentazione, sia in presenza che a distanza, le hanno portate alla decisione di affittare una casa in quel di Topanga (California), amena località situata sulle Santa Monica Mountains che prende il nome da un canyon che si trova in zona. In due settimane hanno chiacchierato molto, guardato un sacco di serie TV e registrato le 10 canzoni che compongono questa scaletta, suonando da sole praticamente tutti gli strumenti, con l’eccezione delle circoscritte collaborazioni di Buck Meek e James Krivchenia dei Big Thief e di Annie Truscott delle Chastity Belt.

Chi ha peraltro già avuto l’occasione di ascoltare le pubblicazioni soliste di Melina ed Ellen, difficilmente potrebbe immaginare un’unione meglio combinata. Sono entrambe delle fuoriclasse nella creazione di ammalianti melodie filtrate dal rock indipendente degli anni ’90, dunque da distorsioni, bassa fedeltà, alternanza quiet/loud. Dotata produttrice la Duterte, ottima chitarrista la Kempner, il progetto Bachelor può dunque vantare la somma di due eccellenze di genere. Ne deriva un lavoro sufficientemente vario, in cui ogni brano ha una sua spiccata peculiarità, andando a lambire qualsiasi genere musicale incluso tra lo slowcore (‘Sand Angel‘) e il psych-rock (‘Aurora‘).

E così, ugualmente gratificanti risultano gli ascolti di un singolo perfetto come ‘Stay In The Car‘, di una composizione ardita e imprevedibilmente rumorosa come ‘Anything At All‘ e di un’intima ballata acustica come la title-track. In ‘Doomin’ Sun‘ c’è calore ma anche inquietudine, c’è divertimento ma anche riflessione (nei testi si parla di climate change e istanze queer), ci sono più cose di quelle che si possono udire in superficie. Soprattutto, ed è ciò che più importa, ci sono ottime canzoni. Come ‘Back Of My Hand‘, ‘Moon‘, ‘Sick Of Spiraling‘, ‘Spin Out‘, che per chi già conosce Jay Som e Palehound non possono essere motivo di stupore, piuttosto rappresentare una nuova, ulteriore conferma.

VOTO: 🙂



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