Beirut: ‘Hadsel’

🎵 Art-folk | 🏷 Pompeii | 🗓 10 novembre 2023

Quattro anni fa, Zach Condon fu costretto a interrompere il tour che doveva occupare tutto il suo 2019. Problemi fisici, alle corde vocali, ma anche una grave forma di depressione lo lasciarono “in uno stato di shock e di bassissima autostima“. Fu allora che decise di emigrare, di recarsi altrove. Memore delle doti terapeutiche degli inverni sulla propria psiche, scelse uno dei luoghi più freddi, bui e a nord del mondo, l’isola di Hadsel. Parte dell’arcipelago delle Vesteralen, è situata a nord delle Lofoten e persino del circolo polare artico e ospita poco più di 8000 anime. Zach ha preso dimora in una casetta “con una splendida vista del mare e delle montagne“, nella quale un vicino di nome Oddvar aveva posizionato, “prestandomelo in modalità indefinita“, un organo “unico nel suo genere“. Trovarsi al cospetto di un tale strumento ha finito per riattivare la vena creativa del musicista originario di tutt’altre latitudini (Albuquerque, New Mexico), che ha quindi deciso di ricreare nella piccola abitazione un vero e proprio studio di registrazione, portandosi dietro l’immancabile trombone, ma anche una drum-machine e un paio di sintetizzatori vintage.

Insieme alla sua voce baritonale, sono gli elementi che costituiscono ‘Hadsel‘ in quanto album, che appare tipicamente Beirut dalla prima all’ultima nota, ma che si distingue come lavoro prettamente solista nel suono e, per il suo malinconico incedere, come opera significativamente composta nel buio della notte artica. Un disco realizzato in solitudine ancora prima della pandemia, che trasmette nitidamente il difficile momento personale, ma anche la gioia nel riuscire a lasciarselo alle spalle.

La misura delle scelte stilistiche è uno dei suoi pregi, allontanandolo dai cliché musicali associati al suo autore senza perdere il filo del discorso. L’apertura affidata alla solenne title-track è una sorta di manifesto programmatico che delinea la vitalità di un LP non certamente variegato, ma assai brioso. Brani come ‘Arctic Forest‘, ‘Stokmarknes‘, ‘January 18th‘ ‘Suddeutsche Ton-Bild‘ e ‘Regulatory‘ dimostrano come il periodo buio, in tutte le possibili accezioni dei termini, sia ormai passato.

🙂



 

Lascia un commento