The Beths: ‘Future Me Hates Me’ (Carpark, 2018)

Genere: power-pop | Uscita: 10 agosto 2018

Si è spesso ri-parlato, negli ultimi tempi, del cosiddetto kiwi-pop, ovvero quella scena musicale formatasi in Nuova Zelanda sin dai primi anni ’80 che fu decisiva per dare sviluppo a quello che oggi è il rock indipendente. Ed è evidentemente anche grazie a quell’importante eredità culturale che Elizabeth Stokes ha optato per la formazione di una band, nonostante i suoi studi all’università di Auckland, come quelli di tutti i membri del suo gruppo, si stessero concentrando sul jazz.

Degli aspiranti jazzisti che gli preferiscono il pop fatto con le chitarre non se ne vedono frequentemente in giro, ed è probabilmente questo uno dei segreti dei Beths, che non si accontentano del lascito dei connazionali di più di un trentennio fa, né delle lezioni alt-rock di band come Breeders e Sleater-Kinney, impartite dall’America negli anni ’90. Il quartetto neozelandese va a ripescare armonie vocali direttamente nei ’60, ornando le proprie canzoni di irresistibili coretti che mostrano evidente l’impronta di Beach Boys e Motown.

Mantenendo le chitarre costantemente spedite e taglienti, arrivano a costruire una particolare declinazione di quello che è comunemente definito “power-pop”. Nelle dieci tracce contenute in questo ‘Future Me Hates Me‘ i Beths marciano decisi e senza pause sia per vivacità che per qualità, tanto da rendere difficile la citazione di un brano piuttosto che un altro. Quel che è certo è che, in questa calda estate, si propongono come la perfetta bevanda energetica con cui dissetarsi.

VOTO: 🙂



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