🎵 Brit-pop | 🏷 Island/AWAL | 🗓 20 ottobre 2023
In una breve nota che compare sul loro sito ufficiale, i Bombay Bicycle Club descrivono il sesto album della loro carriera, ‘My Big Day‘, come “tutto il nostro mondo negli ultimi tre anni“. “Non è un concept album“, aggiungono, sottolineando che l’unico comune denominatore sia stato “divertirsi“, e augurandosi che chi lo ascolta possa “ascoltare il suono di quattro migliori amici che trovano gioia nel fare musica insieme e nello sperimentare“.
Quest’ultimo vocabolo, “sperimentare“, ha il suo peso proprio accanto a quel “fun” che ricorre spesso anche nelle interviste della band londinese. Pur non essendo mai stati così pop, Jack Steadman (per l’occasione anche produttore) e soci hanno preso una strada leggermente diversa rispetto a quanto calcato in precedenza, aggiungendo strati e code sonore a una sorta di funk-rock downtempo molto British che certo richiama uno stile che, piaccia o no, è sempre stato molto riconoscibile.
Non secondaria è anche la lista degli ospiti, tutti accomunati dal termine di cui sopra pur essendo sempre rimasti, nelle rispettive carriere, estremamente fruibili: Jay Som, Nilüfer Yanya, Holly Humberstone, oltre a due miti come Damon Albarn e Chaka Khan, il primo di cui evidentemente il quartetto inglese aveva il poster in camera, la seconda suggerita dallo stesso frontman di Blur e Gorillaz come “perfect match” per le loro nuove canzoni. “Il senso di avventura di questo disco si estende anche agli artisti e ai produttori con cui abbiamo collaborato. Tutti coloro che hanno contribuito a questo album hanno portato qualcosa di diverso e inaspettato“, conclude il gruppo nel post sul proprio sito.
Il risultato conclusivo non meraviglierà più di tanto chi già aveva familiarità con i Bombay Bicycle Club. Si possono però apprezzare piccoli accorgimenti (come il riff di tastiera di ‘Just A Little More Time‘, i fiati di ‘Meditate‘, o la drum ‘n’ bass nella coda di ‘Rural Radio Predicts The Rapture‘), e soprattutto i featuring, che forniscono quell’ulteriore dimensione vocale che il cantato molto basic di Steadman non può dare: così, i pezzi migliori sono quelli in cui compare Albarn (‘Heaven‘ con i suoi archi molto ‘Tender‘), Nilüfer (la da poco menzionata ‘Meditate‘), Jay Som (la docile ‘Sleepless‘) e la Khan (la ballabile ‘Tekken 2‘), oltre alla lunga e conclusiva ‘Onward‘. ‘My Big Day‘ nel suo complesso è un disco godibile, di buona fattura e di discreta personalità, del quale l’aspetto che si fa maggiormente apprezzare è questa ferma intenzione di non risultare mai troppo banale.
🙂