Connan Mockasin: ‘Jassbusters’ (Mexican Summer, 2018)

Genere: soft-rock | Uscita: 12 ottobre 2018

Uno che decide di farsi chiamare Connan “Mocassino” deve di sicuro essere un tipo originale. Basta andare su Google e dare un occhio a un paio di foto di Connan Tant Hosford da Te Awanga, Nuova Zelanda, per capire come quest’uomo viva in un universo tutto suo, fuori dal tempo e dalle mode. Anche la musica del suo più celebre moniker, Connan Mockasin, è piuttosto originale e fuori dal tempo. Di certo, non è qualcosa che può essere associato all’idea di contemporaneità: Conan propone dal 2010 melliflue e rassicuranti canzoni che hanno nella forma la componente più importante, un’estetica irresistibilmente vintage che le rende una sorta di macchina del tempo più performante della DeLorean di ‘Back To The Future‘.

Questo ‘Jassbusters‘, terzo album con il moniker calzaturiero, è un’altra prova estrosa e démodé che fa flirtare il soft-rock dei seventies con R&B, psichedelia e anche un po’ di funk d’annata. E’ a suo modo un progetto ancor più singolare dei due dischi precedenti, perché legato a un cortometraggio in cinque parti intitolato ‘Bostyn ‘n Dobsyn‘ a cui, si dice, il biondo cantautore kiwi stesse lavorando da 20 anni. I protagonisti, interpretati da egli stesso e dall’amico Blake Pryor, sono un insegnante di musica e un suo alunno. I due trovano il modo di far spesso suonare la band del prof che, guarda caso, si chiama Jassbusters e suona le canzoni di questo disco.

In realtà, l’opera prima da regista non sembra essere stata così decisiva nella composizione di queste otto tracce, che hanno una indipendente ragione d’essere e seguono il percorso intrapreso dai due precedenti LP senza grosse sterzate, se non un po’ più di concretezza. Connan è uno che può far entusiasmare o irritare con il medesimo (ma opposto) trasporto: per i detrattori, un album così caramelloso, sofisticato e pertinace può solo valere come celere conciliazione con il sonno; per gli estimatori, l’eleganza e la raffinatezza di ogni singola soluzione sonora lo rendono un ulteriore tassello di una discografia unica nel suo genere. Dal punto di vista di chi sta nel mezzo, ‘Jassbusters‘ non può non essere considerato un disco riuscito: specialmente se ascoltato in cuffia, magari tra il dopocena e il pre-serata, emana tutta la propria ammaliante grazia.

VOTO: 🙂



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