Dancer: ‘10 Songs I Hate About You’

🎵 Slacker-pop | 🏷 Meritorio | 🗓 15 marzo 2024

Una band di Glasgow che incide per un’etichetta di Madrid è già di per sé una rarità: “Abbiamo semplicemente mandato una mail alla Meritorio perché siamo loro fan!“, racconta il bassista Andrew Doig in un’intervista a TheSkinny. Non è il solo particolare che permette ai Dancer di distinguersi dai colleghi contemporanei: ad esempio, il chitarrista Chris Taylor è al momento l’unico ad aver brevettato una keytar, ovvero uno strumento composto (nel vero senso della parola) da una chitarra e una tastiera. Analogamente, non è così consueto sentire, in un disco registrato in studio, la vocalist che enuncia i titoli di tutte le canzoni prima di iniziare a cantarle.

Sono tutti aspetti che hanno permesso l’accumulo di un piccolo hype, rendendoli una delle novità più stuzzicanti di questo primo trimestre del 2024. Novità che è poi piuttosto relativa, giacché si tratta di musicisti già attivi da anni: tre di loro facevano parte degli Order Of The Toad (“Essenzialmente, Chris ha iniziato a suonare la chitarra anziché la batteria“, spiega ancora Doig), con militanze varie anche in gruppi locali come Current Affairs, Nightshift, e Robert Sotelo. Gemma Fleet, la frontwoman, la cui voce squillante conta tanto nell’economia musicale della band, dice di “essere stata una teenager negli anni ’90“, e dunque supponiamo che la sua età attuale si possa aggirare intorno alla quarantina.

Questo può facilmente spiegare la passione per tale decennio, che trasuda da ogni nota di ‘10 Songs I Hate About You’ (titolo che peraltro cita un film del 1999), e che accomuna i Dancer a concittadini non enormemente illustri ma altrettanto apprezzabili come Urusei Yatsura, Bis e la prima versione dei Delgados. Life Without Buildings, Elastica, Owls, The Cardigans e Altered Images sono le influenze citate dalla press-release, mentre nell’intervista di cui sopra Gemma parla di Jam, Cure, X-Ray Spex, Squeeze, Smiths ed Elvis Costello.

Nella sostanza, il suono del quartetto scozzese si può attestare tra post-punk e slacker-rock con guizzi melodici degni del miglior jangle-pop. La presa diretta delle registrazioni, intenzionalmente non di alta fedeltà, rendono le “dieci canzoni” della scaletta assai vitali e sincere, riuscendo a trasmettere tutto l’entusiasmo e l’energia creatasi nello studio. ‘Bluetooth Hell’, ‘Change’, ‘Troi’, ‘When I Was A Teenage Horse’, ‘Make A Decision’ e ‘Passionate Sunday’ spiccano in questa ottima raccolta di singoli arrembante quanto divertente, che raggiunge pienamente l’obbiettivo prefissatosi: ovvero, quello di farsi parecchio gradire.

🙂



 

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