Karen O & Danger Mouse: ‘Lux Prima’ (BMG, 2019)

Genere: sophisti-pop | Uscita: 15 marzo 2019

Karen Lee Orzolek e Brian Joseph Burton avevano in animo di lavorare insieme già da un bel po’. Si erano conosciuti nel lontano 2007, ma la miriade di progetti a cui negli anni hanno preso parte non avevano consentito loro di mettersi seriamente a pensare a del materiale congiunto. Almeno fino al 2015, quando la gravidanza di lei le diede un po’ di tempo per pianificare le proprie mosse future. Circa tre anni fa, dopo la nascita del figlio Django, il progetto poi intitolato ‘Lux Prima‘ poté entrare nel vivo.

Era del resto qualcosa che mancava a entrambi. Dopo aver messo gli Yeah Yeah Yeahs nel congelatore, le mosse di Karen O sono state sporadiche e circospette: un unico album solista (‘Crush Songs‘ del 2014) e un disco collaborativo con Daniele Luppi e i Parquet Courts (‘Milano‘ del 2017). Parquet Courts che, curiosamente, sono stati l’ultima grande produzione di Danger Mouse (‘Wide Awake!‘ del 2018), che peraltro si era co-intestato l’LP precedente di Luppi, ‘Rome‘ (2011). Burton però non aveva mai lavorato con una voce femminile così rock come quella di Miss O: era giunto il momento di colmare la lacuna e chiudere il cerchio.

In realtà, la Karen degli Yeah Yeah Yeahs non si vede poi molto in ‘Lux Prima‘, delle nove tracce in scaletta soltanto ‘Woman‘ è un brano che può essere definito di animo rock. Non un difetto, anzi, se c’è un aspetto per cui la prova è da considerarsi superata è proprio l’eclettismo mostrato dalla cantautrice nata in Corea del Sud e cresciuta nel New Jersey. La produzione pulita e giocosa di Danger Mouse è al solito riconoscibilissima, e punta su atmosfere vintage non troppo individuabili nel tempo: c’è del trip-hop da primi Morcheeba (‘Ministry‘), dell’R&B alla Motown (‘Redeemer‘), del wall of sound Spectoriano (‘Nox Lumina‘), c’è il solito basso funkeggiante anche nei brani più downtempo (‘Turn The Light‘, ‘Drown‘). I punti più alti sono raggiunti con ‘Leopard’s Tongue‘, il pezzo in cui l’interpretazione di Karen si fa maggiormente incisiva, e ‘Reveries‘, scarno cantautorato nel quale l’invasiva produzione deve giocoforza farsi da parte.

Lux Prima‘, in definitiva, è una sorta di vetrina allestita per mostrare le grandi capacità dei due, e si accoda alle altre produzioni in cui Danger Mouse è parte integrante ed esplicitata del progetto: un disco formalmente impeccabile, sicuramente ammaliante, la cui ricercata perfezione lascia un po’ troppo da parte quella spontaneità che in musica è quasi sempre componente fondamentale per creare empatia. In ogni caso, è nel complesso un lavoro assai gradevole e anche piuttosto interessante.

VOTO: 🙂



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