Lime Garden: ‘One More Thing’

🎵 Indie-pop | 🏷 So Young | 🗓 16 febbraio 2024

La fila indiana che conduce al Resident, storico negozio di dischi nel centro di Brighton, è piuttosto lunga ma ordinata. Difficile credere che ci si riesca a stare tutti tra scaffali e banconi, ma così è. Evidentemente l’abitudine ai “live+sign” come quello di stasera permette ai gestori di calcolare la capienza al centimetro quadrato. Oggi è il 16 febbraio ed esce ‘One More Thing‘, l’album di debutto di Chloe Howard (voce, chitarra), Annabel Whittle (batteria), Leila Deeley (chitarra) e Tippi Morgan (basso), in arte Lime Garden. Sono nate e cresciute in città, e difatti, appena salite sul palchetto preparato per il loro breve concertino, danno appuntamento all’angolo tra Kensignton Gardens e Gloucester Road, ovvero un centinaio di metri più avanti, per fare quattro chiacchiere dopo lo show.

Sembrano appena uscite da un doposcuola tanto sono giovani e così alla mano, nonostante un discreto successo per essere una band emergente, con in curriculum aperture per Idles, Sunflower Bean e Yard Act e presenze a festival importanti quali Latitude, Reading & Leeds, Green Man e Standon Calling. Il set è davvero minimal sia in quanto a durata che a livello di strumentazione, ma le loro canzoni escono bene anche se rallentate in una versione sostanzialmente unplugged, con la poca elettricità utilizzata per tenere accese una tastiera e una piccola drum-machine, e la voce di Chloe che appare uno dei punti di forza del quartetto, decisamente più intonata della media di una band indie alle prime armi.

Si dicono contente di essere finalmente arrivate al disco d’esordio, raffigurato anche nella torta che viene loro consegnata. E ne hanno ben donde, perché ‘One More Thing‘, nella sua semplicità, non sbaglia un colpo, trovando anche un proprio suono, certamente non destabilizzante, ma assai caratterizzato. Del resto, a produrre il primo lavoro della carriera delle ragazze del Sussex si è offerto Ali Chant, dal cui sito personale si può leggere la sterminata lista di credits (dagli Yard Act a Youth Lagoon, da PJ Harvey ai Giant Sand). Chitarre mai troppo invadenti, tastierine giocose e un drumming docile ma sempre piuttosto ritmato contribuiscono a rendere costantemente ammiccante ogni secondo di questo LP.

Strokes, Bloc Party, Japanese House e Charli XCX vengono citati tutti come fonti di ispirazione, ma le canzoni di ‘One More Thing‘ non appaiono accostabili a nessuno di essi. Emergono di per sé, per un’innata rotondità tipicamente indie-pop e per un senso della misura ormai non così consueto. Le melodie scritte da Chloe entrano quasi subito in testa, a cominciare dall’openerLove Song‘, “scritta per il mio ex fidanzato” e tanto gradevole da lottare per divenire uno dei migliori singoli di questi primi due mesi dell’anno. ‘Pop Star‘ e ‘I Want To Be You‘ sono altri due pezzi appiccicosi quanto furbetti, ma l’indietronica di ‘Fears‘, un dream-pop come ‘It‘ e una ballata acustica quale ‘Looking‘ mostrano anche un altro lato della medaglia, altrettanto splendente. Come lo è un debutto centrato, ben scritto e ben prodotto, che potrebbe non entrare nella lista dei dischi dell’anno, ma che sarà comunque ascoltato con buona frequenza da tutti coloro che vi si imbatteranno.

🙂



 

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