Mac DeMarco: ‘Here Comes The Cowboy’ (Mac’s, 2019)

Genere: slacker-pop | Uscita: 10 maggio 2019

Per il primo album con la sua neonata etichetta personale, la Mac’s Record Label, Mac DeMarco ha scelto di fare quasi tutto da solo. Ha scritto, registrato, prodotto e mixato quello che è il suo quarto full-lenght in carriera, rinchiudendosi per due settimane nello studio di sua proprietà a Los Angeles insieme all’amico fonico Joe Santarpia. Ha suonato quasi tutti gli strumenti, a parte la tastiera, e in copertina ci ha messo una spilletta da lui stesso acquistata durante una gita in montagna. Anche titolo e testi pescano dal suo privato: “Cowboy è un termine che per me ha valore affettivo, lo uso spesso per descrivere le persone che fanno parte della mia vita“, dice Mac nella press-release.

Here Comes The Cowboy‘ è in effetti un album al 100% DeMarco, anche nella pratica: il placido e mellifluo procedere delle 13 tracce in scaletta è quello tipico dei dischi del cantautore canadese. Le percussioni appena accennate, quel mood tra il malinconico e il romantico gli sono sempre appartenuti, avendo storicamente confinato la propria vena umoristica e frizzante nelle esibizioni dal vivo.

Non c’è dunque nessuna sorpresa in questo suo nuovo lavoro, come del resto non ce n’erano state molte neanche negli altri due dischi seguenti al primo. Diciamo che Mac sembra essere pienamente soddisfatto della formula da lui sintetizzata a inizio decennio, che certo non è mai stata caleidoscopica. E’ questo il limite principale di ‘Here Comes The Cowboy‘, piuttosto ridondante e alla lunga un po’ tediante nel suo emo-slowcore, ma non privo di belle canzoni. ‘Nobody’, ‘Preoccupied’, ‘K’, ‘Heart To Heart’, ‘All Of Our Yesterdays’ sono l’apoteosi del rock soffice, tinteggiate il giusto da pochi altri strumenti oltre voce e chitarra, che danno loro quell’essenzialità che permette alle melodie del Nostro di guadagnarsi il meritato primo piano. Insomma, al contrario di quanto si dice in giro non c’è traccia di passo indietro, tuttalpiù di uno di lato, ma chi fino a ieri apprezzava Mac DeMarco non ha motivo di non farlo anche oggi.

VOTO: 🙂



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