Northern Portrait: ‘The Swiss Army’ (Matinée, 2022)

Genere: brit-pop | Uscita: 5 agosto 2022

La storia dei Northern Portrait è piuttosto inusuale per almeno due aspetti: la totale aderenza stilistica al pop britannico pur essendo, loro, nati e cresciuti a Copenaghen, e la grande sporadicità con cui pubblicano le loro canzoni. Il loro album d’esordio, ‘Criminal Art Lovers‘ (2009) è vintage come MySpace, piattaforma oggi non più in auge ma che allora consentì alla Matinée Recordings, etichetta californiana storicamente specializzata in un certo tipo di pop indipendente, di metterli sotto contratto. Non si aspettavano neanche loro, probabilmente, che sarebbero passati quasi 13 anni per riuscire a sentirne il seguito. Ma, come probabilmente si dice sia a Santa Barbara che in Selandia, “meglio tardi che mai”.

Eppure, potrebbero essere trascorsi soltanto pochi mesi da un disco che divenne un culto tra i nostalgici del brit-pop. ‘The Swiss Army‘ riprende dove Michael Sørensen, Stefan Larsen, Caspar Bock Sørensen e Jesper Bonde avevano lasciato, ossia tra la seconda metà degli ’80 e la prima dei ’90 (non a caso c’è un brano che si intitola ‘Nineties Survivor‘), tra Pulp, Kinks, Smiths, Paul Weller, Billy Bragg, Blur, Gene, David Bowie e Stone Roses, tutti citati dalla press-release che presenta questo lavoro. Si tratta dunque di un disco totalmente derivativo, ma ancora una volta realizzato con una devotissima passione per i propri riferimenti che si sprigiona da ogni nota.

E qui entra in causa il terzo aspetto dell’atipicità dei Northern Portrait: ovvero, fare due dischi in quasi 13 anni ed entrambi molto belli. ‘The Swiss Army’ è formalmente perfetto, ma anche sostanzialmente accattivante e tanto empatico. Ricchissimo di chitarrine jangle appiccicosissime, oltre che di ritornelli che non si scordano facilmente. ‘At Attention‘, ‘Long Live Tonight‘ e ‘Pool Cue Vigilante‘ muovono anche una certa energia, mentre tracce come la succitata ‘Nineties Survivor‘, ‘Sisters‘ e ‘Once Upon A Bombshell‘ avvolgono come un caldo abbraccio. Sono tutte Canzoni con la C maiuscola, perfetti esempi di genere e ricostituenti per chi non ha più trovato la piena forma dopo la fine degli anni ’90. Non cambiano il mondo, ma lo rendono, almeno per 38 minuti, un posto migliore.

VOTO: 🙂



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