Phoenix: ‘Alpha Zulu’ (Glassnote, 2022)

Genere: synth-pop | Uscita: 4 novembre 2022

E’ stato lo yoga ad aiutare i Phoenix nel momento del bisogno. Quando tutti gli studi di registrazione di Parigi erano chiusi per le misure di contenimento della pandemia, una collega del corso di meditazione che stava frequentando il chitarrista Laurent Brancowitz gli ha offerto di prendere possesso del Musée des Arts Décoratifs, chiuso per la medesima ragione e di cui lei stessa era la direttrice. Così, i quattro musicisti e amici si sono ritrovati nella capitale e radunati nella struttura, quasi completamente vuota: in mezzo a “una tale bellezza” la creatività è sgorgata a fiumi, tanto da permettere loro di comporre le 10 canzoni che avrebbero fatto parte di ‘Alpha Zulu‘, il loro settimo LP della carriera, in soli 10 giorni.

I Phoenix si sono ritrovati soli anche per la dolorosa assenza del loro produttore di lungo corso, Philippe Zdar, scomparso tragicamente nel 2019. Era da ‘It’s Never Been Like That‘ che il quartetto di Versailles non si produceva autonomamente un album, sebbene, a detta degli stessi protagonisti, è stato come se il vecchio amico fosse ancora tra loro, come Branco confida al Guardian: “Lascia in eredità molte persone che sono una sorta di suoi discepoli, quindi è come se fosse sempre presente. E’ più forte della morte.” Il lascito di Zdar si è concretizzato in un lavoro che, secondo il bassista Deck D’Arcy, ha permesso alla sua band di “ritrovare il groove“, che rifiorisce rigoglioso in diversi brani anche grazie a sintetizzatori maggiormente in vista rispetto al recente passato.

E’ in effetti un disco assai ballabile ‘Alpha Zulu‘, che riporta il combo francese in scia di quel ‘Wolfgang Amadeus Phoenix‘ (2009) che rimarrà probabilmente il punto più alto della loro discografia. Ha brani assai migliori di ‘Bankrupt‘ (2013), e non si perde in quei mielosi stereotipi sull’italianità presenti in ‘Ti Amo‘ (2017). Vi si possono ritrovare i Phoenix che scrivono ottime canzoni, come il singolo ‘Tonight‘ (in cui Thomas Mars duetta con Ezra Koenig dei Vampire Weekend), uno di quei pezzi da Olimpo del pop alternativo, poco sotto pietre miliari quali ‘If I Ever Feel Better‘ o ‘Lisztomania‘. Non è l’unico di un lotto che può vantare almeno metà delle tracce abbondantemente sopra la media: citiamo la title-track, ‘After Midnight‘, ‘Artefact‘, ‘My Elixir‘ e ‘Identical‘, che riescono contemporaneamente a far divertire, riflettere ed emozionare. Il suono dei Phoenix rimane distintamente quello che si conosce da anni, ma quando la qualità riesce a mantenersi così altra, non c’è poi bisogno di chissà quali rivoluzioni.

VOTO: 😀



 

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