PJ Harvey: ‘I Inside The Old Year Dying’ (Partisan, 2023)

Genere: art-folk | Uscita: 7 luglio 2023

Non piace vincere facile, a PJ Harvey. Come in una sfida continua con sé stessa e con le sue qualità di autrice e interprete, punta l’asticella sempre più in alto, o comunque in una diversa ubicazione spazio-temporale. ‘I Inside The Old Year Dying‘, il decimo album di una carriera sontuosa e mutevole, ne é una perfetta esemplificazione, così differente dai suoi dischi del passato, eppure così visceralmente appartenente a una modalità di fare arte che è palesemente quanto esclusivamente sua.

Nasce da un momento di crisi, questo disco, strascico dell’affanno fisico e mentale che ha seguito la pubblicazione di ‘The Hope Six Demolition Project‘ (2016), delle polemiche scaturite da alcuni dei testi di quelle canzoni oltre che da una tacita personale insoddisfazione per il risultato finale. Si è chiesta persino se avesse dovuto continuare con la musica PJ, optando in questi sette lunghi anni per altri media, dalle colonne sonore per cinema e TV alla pubblicazione di un poema letterario denominato ‘Orlam‘, di cui quest’opera musicale è una sostanziale trasposizione in note. Un periodo di separazione da ciò che ha preferito fare per tutta la vita che le ha consentito di ricaricarsi proprio per tornare a scrivere e incidere con rinnovato entusiasmo, e anelare a “un luogo di riposo, una consolazione, un conforto, un balsamo, che sembra opportuno per i tempi che stiamo vivendo“. Ovviamente, insieme agli amici e collaboratori di una vita, John Parish e Flood.

Volevamo tutti e tre la stessa cosa, sfidare noi stessi e non ripeterci“, spiega la Harvey nella press-release della Partisan Records, che per la prima volta pubblica un suo LP. “È un disco molto tattile e umano, anche perché quasi tutto ciò che contiene è dovuto all’improvvisazione: performance e idee spontanee, registrate nel momento della loro creazione“, aggiunge. Oltre a una strumentazione – non solo analogica – ancora una volta vintage, è la voce di PJ uno dei tratti distintivi del disco: “Non credo di aver mai cantato così bene come in questo disco. Credo che questo derivi dall’essere un po’ invecchiata. Ma è anche dovuto alla mia assoluta fiducia in Flood e John, e al fatto che ho permesso loro di mettermi in situazioni che non erano di comfort. Ogni volta che sembrava che stessi cantando con quella che loro chiamano ‘la voce da PJ Harvey’, ponevano il loro il veto“.

È dunque un altro lavoro sorprendente e non certo semplice, ‘I Inside The Old Year Dying‘. Dodici storie sussurrate più che cantate, per le quali è molto importante riuscire a immergersi nell’atmosfera ispirata dall’infanzia della cantautrice nelle campagne del Dorset, di cui parti dei testi ripropongono vocaboli dialettali. Per precisa scelta estetica, che prelude a un ascolto contemplativo e attento, è un disco che non decolla mai, e soltanto nella conclusiva ‘A Noiseless Noise‘ gli è consentito di deflagrare in un qualcosa assimilabile alla prima parte della carriera dell’artista. È dunque un lavoro apprezzabile più per la sua forma che per la sua sostanza, che stupisce per la bellezza che la Harvey riesce ancora a originare dopo 35 anni di carriera (‘Prayer At The Gate‘, ‘Lwonesome Tonight‘, ‘A Child’s Question, August‘), ma che si raccoglie su frequenze un po’ troppo celebrali per essere accostato agli episodi della sua discografia che hanno generato un inarrivabile entusiasmo tanto nella critica quanto nel pubblico.

VOTO: 🙂



 

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