Sparklehorse: ‘Bird Machine’

🎵 Dream-folk | 🏷 Anti- | 🗓 8 settembre 2023

Quando, a marzo 2010, Mark Linkous compì l’insano gesto, il vuoto lasciato fu incolmabile dal punto di vista artistico, ma soprattutto tra le persone che gli erano state vicine. Primo tra tutti il fratello Matt, che cominciò una paziente opera di catalogazione dell’eredità musicale di colui che si faceva chiamare Sparklehorse. Matt era a conoscenza dei progetti del fratello, della volontà di pubblicare un nuovo album a breve, anche perché aveva frequentemente collaborato ai suoi dischi.

In effetti ‘Bird Machine’, il disco che avrebbe dovuto essere e non è mai stato, era in fase avanzata di registrazione. Sarebbe stata un’ulteriore perdita non pubblicare queste canzoni, che i 13 anni passati da allora rendono ancor più preziose. Aiutato dalla moglie Melissa e da una serie di musicisti amici di Linkous (tra cui Jason Lyle dei Grandaddy, che canta in due brani), ha con estrema cura confezionato un vero e proprio album postumo, che ha poco da invidiare agli altri quattro già pubblicati.

Per chi ha amato gli Sparklehorse tra i ‘90 e gli ‘00, questa importante testimonianza sblocca una serie di ricordi e sensazioni che nessun altro, dopo di loro, era riuscito a trasmettere con tanta nitidezza. La sofferenza e la difficoltà di vivere del frontman si mischiano ancora una volta con la bellezza e la delicatezza delle sue melodie, con picchi che rimangono difficilmente avvicinabili da chi non è dotato di un tale talento. ‘Kind Ghosts’, ‘Evening Star Supercharger’, ‘Hello Lord’, ‘The Scull Of Lucia’ sono fulgidi esempi del suo personalissimo folk onirico, come lo sono degli alt-rock distorti quali ‘It’s Will Never Stop’, ‘I Fucked It Up’ e ‘Listening To The Highsons’. Mark era questo, e molto altro. Bisogna ringraziare sentitamente Matt e Melissa per averci offerto un’ulteriore, inattesa opportunità di constatare la portata del suo genio.

😀



 

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