Sprints: ‘Letter To Self’

🎵 Garage-punk | 🏷️ City Slang | 🗓️ 5 gennaio 2024

Ancora Dublino epicentro del rock ‘n’ roll. Questa volta grazie a una giovane ragazza, Karla Chubb, che nella capitale ci è arrivata dopo aver passato i primi anni della sua vita in Germania. Anche per questo, forse, si è sempre sentita fuori posto, e la musica è diventata per lei la valvola di sfogo di un’inquietudine che questa “lettera a se stessa” delinea molto chiaramente.

È stato un concerto delle Savages, a cui la band appena formata ha assistito nell’edizione 2016 del celebre festival irlandese Electric Picnic, a dare la definitiva spinta ispiratrice a ciò che sarebbero diventati gli Sprints, che rispetto a Jhenny Beth e compagne sono più punk e meno post-, ma che palesano grinta e carisma molti prossimi al modello di riferimento. La nota stampa cita “i primi Pixies, i Bauhaus e Siouxsie Sioux ma anche King Gizzard, Idles ed LCD Soundsystem”. Sempre dalla press-release, chiosa la leader del gruppo: “Si tratta di essere onesti ed energici, e allo stesso tempo di mettere le persone un po’ a disagio, sia dal punto di vista musicale che tematico. Tristezza e/o rabbia, ma rendendole ballabili”, è la sua eloquente descrizione.

Letter To Self’ è dunque un disco arrabbiato e rumoroso, ma anche assai godibile in aperture melodiche che attecchiscono sin dai primi ascolti (‘Literary Mind’, ‘A Wreck’, ‘Up And Comer’). Rispetto a un comune album punk è, però, molto più irregolare e imprevedibile, e soprattutto ospita tutta la rabbia e la resilienza di Karla, grande protagonista di ciò che accade in questo LP anche grazie a liriche sincere e assolutamente personali (‘Heavy’, ‘Adore Adore Adore’). È quanto ci mette la frontwoman in termini di scrittura e interpretazione, oltre a una band che dà l’idea di essere estremamente impattante live, a fare di questo esordio degli Sprints uno dei dischi di cui si parlerà – di sicuro – fino a fine anno.

😀



 

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