The Smile: ‘Wall Of Eyes’

🎵 Alternative-rock | 🏷 XL | 🗓 26 gennaio 2024

Un album tira l’altro, almeno per gli Smile. Un side-project evidentemente di successo, se è vero che la risposta della critica è stata ottima, quella del pubblico molto buona, e la stessa band arriva a pubblicare il secondo LP in poco più di un anno mezzo. Una distanza temporale brevissima se paragonata a quelle che separano i più recenti LP dei Radiohead.

È stato il tour seguente all’uscita di ‘A Light for Attracting Attention‘ (2022) a lasciare spazio e tempo per testare le nuove composizioni del trio formato da Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner. È bastato, quindi, portarle ad Abbey Road (nel senso dei celeberrimi studi londinesi), dove sono state completate con l’apporto della London Contemporary Orchestra ma soprattutto con l’aiuto di un produttore che non è Nigel Godrich: ‘Wall Of Eyes‘ è stato infatti lavorato da Sam Petts-Davies, già collaboratore di Thom Yorke per la colonna sonora del film di Luca Guadagnino, ‘Suspiria‘, di cui il frontman si era occupato nel 2018.

La genesi da soundcheck dei brani di questo sophomore è piuttosto udibile in quasi tutti gli otto episodi che compongono la scaletta. La non amplissima strumentazione del trio piano piano si stratifica creando raffinati tappeti sonori che fanno della ripetizione progressive la propria cifra stilistica. Su di essi si appoggia la voce di Yorke, della quale appare ormai pleonastico sottolineare l’unicità e la capacità di dare un indirizzo autonomo ai pezzi che hanno la fortuna di ospitarla.

Ed è anche, probabilmente, per un fattore-sorpresa esauritosi 18 mesi fa che ‘Wall Of Eyes‘ appare come un’appendice assolutamente pregevole, ma meno interessante rispetto al suo predecessore. La scelta di allungare parecchio la durata dei brani (7 su 8 oltre i 5′) li rende singolarmente un po’ troppo ridondanti, con strutture e atmosfere che sviluppano pochissima discontinuità, da sempre uno degli elementi caratterizzanti della scrittura di Yorke & Greenwood. Soltanto ‘Bending Hectic‘ ha un sussulto, in una seconda parte che giustifica l’abbondantissimo minutaggio. Per il resto, si seguita ad ammirare gusto, bravura e talento dei musicisti in questione, ma senza rimanere completamente rapiti, almeno non quanto accaduto di sovente in passato.

🙂



 

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