🎵 Crossover | 🏷️ Island | 🗓️ 1 marzo 2024
‘Where’s My Utopia?’, sophomore degli Yard Act, è un “difficile secondo album”. Non tanto dal punto di vista dell’ispirazione creativa, dal momento che arriva a poco più di due anni di distanza dal precedente ‘The Overload’ (2022). Quanto per ciò che rappresenta per James Smith e compagni, che hanno trovato il proprio “Dream Job” (come recita il titolo di uno dei brani portanti del disco) ma che si chiedono su cosa ciò possa significare dal punto di vista personale quanto musicale.
Un LP che si propone di “creare hit”, come dichiara il titolo dell’altro singolone, ‘We Make Hits’, che pare davvero uno dei propositi di questo lavoro. Mentre si interroga sull’integrità artistica, ‘Where’s My Utopia?’ concede molto all’easy-listening, allontanandosi dal suono prettamente rock dell’esordio per passare a hook danzerecci e festaioli (oltre ai singoli citati anche ‘When The Laughter Stops’), intervallati da ampi momenti di riflessione pre- e after-party affidati all’ eloquio di Smith. Il frontman è ancora più verboso di quanto ci aveva abituato (‘Down By The Stream’, ‘Fizzy Fish’, ‘Blackpool Illuminations’), ed è impegnato a discernere molto più di se stesso che dei personaggi di fantasia che albergavano nei testi del disco di un biennio fa.
Si sviluppa su questo equilibrio di divertimento con giudizio ‘Where’s My Utopia?’, essa stessa domanda retorica che nasconde l’atavica paura della perdita dell’innocenza. È un disco più vario, con una strumentazione molto più ampia rispetto a ‘The Overload’ (ci sono persino degli archi), e che ospita in diversi passaggi delle voci femminili (tra cui Katy J Pearson). Vi sono ragioni per considerarlo meglio del debutto (più varietà) e altre peggio (alcuni passaggi un po’ troppo sempliciotti), ma quello che è certo, e lo sostengono anche loro, è che gli Yard Act non saranno mai più gli stessi. E mentre si balla, si avverte già un po’ di nostalgia per la loro ‘vecchia’ versione.
🙂