Adrianne Lenker: ‘Bright Future’

🎵 Indie-folk | 🏷 4AD | 🗓 22 marzo 2024

Quando Adrianne Lenker ha invitato gli amici Nick Hakim, Mat Davidson e Josefin Runsteen (“alcune delle mie persone preferite“) nel piccolo studio in mezzo alla foresta preparatole dal fido collaboratore Phil Weinrobe (lo stesso produttore di ‘Songs‘ e ‘Instrumentals‘ del 2020), non era per nulla certa che le sessions che si apprestava a tenere sarebbero divenute il suo nuovo album solista. Weinrobe, che conosce bene Adrianne, era però convinto che ciò che stava per essere suonato difficilmente avrebbe potuto essere scartato. Così, si è impegnato per il miglior setting possibile, quello interamente analogico, “tecnicamente il più puro e onesto“, come recita la nota stampa della 4AD, l’etichetta che segue la cantautrice originaria del Minnesota anche come frontwoman dei Big Thief, e che a vario titolo ha pubblicato gli ultimi sei LP da lei composti, tre in autonomia e tre con la sua band principale.

E pensare che Hakim (cantautore ma anche pianista), Davidson (chitarrista oltre che musicista country con lo pseudonimo Twain) e Runsteen (violinista e percussionista) neanche si conoscevano. Eppure, “è stato magico, sembrava suonassimo insieme da sempre” ricorda la stessa Lenker, che non ha voluto fare loro ascoltare le registrazioni in presa diretta che caratterizzano tutte le dodici tracce in scaletta, per poter godere del primo ascolto in completa solitudine e deciderne il destino. Che, ça va sans dire, è stato quello di farle diventare il sesto LP con le sue sole generalità.

È in effetti un lavoro preminentemente personale ‘Bright Future‘, un po’ come tutti i suoi solo-album ma in questo caso ancora di più. Un po’ perché la particolare location e la modalità di registrazione ha permesso di cogliere ogni singolo sospiro, ogni più piccolo movimento all’interno di quella baita deputata a studio. Un po’ perché la scelta di estrema essenzialità sonora – frequente nelle pubblicazioni al di fuori dei Big Thief – favorisce ulteriormente quella carica emotiva che l’interpretazione e la scrittura della musicista americana muovono in abbondante quantità. Sostanzialmente assente la parte ritmica, la voce di Adrianne è accompagnata da pochissimi strumenti, quasi mai suonati insieme in un numero maggiore di due.

Per l’ennesima volta dal 2016 a oggi (un lasso di tempo in cui è uscito quasi un disco all’anno firmato e cantato Lenker) si rischia di ripetersi e di ripetere quanto già affermato da altri. A livello qualitativo, è però davvero arduo non considerare difficilmente avvicinabili brani come ‘Sadness As A Gift‘, ‘Vampire Empire‘ (talmente bella da essere poi ‘adottata’ dai Big Thief nei loro live),  ‘Already Lost‘, ‘Donut Seam‘ e ‘Ruined‘. Un po’, per l’appunto, per la loro intrinseca qualità, ma sopratutto per il modo in cui vengono veicolate queste canzoni, per quella frequenza vocale che nessun altro possiede, per quel modo di condividere pensieri, sensazioni e pezzi di vita che a pochi riesce con una tale spontaneità. Forse non arriverà mai l’album prog-rock, forse non la sentiremo mai flirtare con l’elettronica, ciononostante “fuoriclasse“, nel caso di Adrienne, è un termine che appare tutt’altro che abusato.

😀



 

Lascia un commento