Interpol: ‘The Other Side Of Make Believe’ (Matador, 2022)

Genere: post-punk | Uscita: 15 luglio 2022

Come ricorda la nota della Matador Records, l’etichetta che li pubblica sin dal primo disco (uscito esattamente 20 anni fa), gli Interpol sono stati fortunati a terminare il ciclo di ‘Marauder‘ (2018) poco prima dello scoppio della pandemia. Non avendo più impegni, né promozionali né live, Paul Banks, Daniel Kessler e Sam Fogarino sono potuti subito entrare in un “mood produttivo” che ha facilitato la realizzazione di quello che sarebbe stato il loro settimo LP in carriera. Per la prima volta, però, i tre hanno dovuto forzatamente comporre separati: il frontman da Edimburgo, il chitarrista dalla Spagna, e il batterista da Athens, quella in Georgia. Si sono potuti riunire solo nell’estate 2021, sui monti Catskills, per una sessione propedeutica all’ingresso in studio, per il quale si sono spostati dall’altra parte del mondo, nel nord di Londra. Anche perché, per l’occasione, hanno deciso di farsi produrre da una coppia d’oro come quella formata da Flood e Alan Moulder (celebri per i lavori con Nine Inch Nails, Curve, Gary Numan e soprattutto Depeche Mode).

Dunque, ‘The Other Side Of Make Believe‘ ha avuto tutt’altra genesi rispetto all’album precedente, composto e registrato a stretto giro, con i tre membri del gruppo in presenza, senza alcun produttore al desk. La maggior stratificazione di queste nuove canzoni è evidente, come chiaro è il ritorno a suoni meno vigorosi e maggiormente accattivanti, tanto che qualcuno sulla stampa internazionale definisce questo LP il legittimo seguito di ‘El Pintor‘ (2014). Al netto del fatto che si tratti, sostanzialmente, ancora una volta di un disco post-punk, le nuove composizioni paiono voler rimuovere (nonostante il coltello della cover) quel velo di cupezza e grigiore tipico dello stile del trio: “Sì, potevo concentrarmi su quanto tutto sia fottuto, ma credo che questo sia il momento in cui sia necessario mostrarsi speranzosi“, spiega Banks. “La scrittura e la ricerca di emozioni delicate e autentiche mi hanno riportato agli anni dell’adolescenza; è stata una trasformazione quasi euforica. E’ come se avessi uno scopo, come quando la canna da pesca comincia a tirare e sei costretto a riprenderla“, aggiunge Kessler.

La metafora ittica del chitarrista rende bene l’idea di quanto delineato sia stato il processo creativo, aspetto che indubbiamente si avverte in un lavoro molto coerente, non certo semplice da apprezzare nei primi passaggi, ma che alla lunga porta un certa soddisfazione. Chi avesse nostalgia della band dei primi anni ’00 può probabilmente drizzare le orecchie soltanto per ‘Gran Hotel‘, comunque il brano più efficace del lotto. In diversi episodi, però, questa versione soft di Banks e soci funziona, a partire dagli altri singoli ‘Toni‘, ‘Fables‘ e ‘Something Changed‘, fino a un brano intimo come ‘Passenger‘. ‘The Other Side Of Make Believe‘ non è l’album migliore degli Interpol e chi vi scrive gradisce meno fronzoli (e dunque un disco come il succitato ‘Marauder‘), ma questo LP si rivela comunque una discreta prova, in cui classe e mestiere risaltano particolarmente.

VOTO: 🙂



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