Lykke Li: ‘Eyeye’ (PIAS, 2022)

Genere: sophisti-pop | Uscita: 20 maggio 2022

Che ‘So Sad So Sexy‘, il suo album di quattro anni fa, fosse un disco che poco avesse a che fare con ciò che artisticamente era sempre stata Lykke Li, fu palese sin dalle prime note. Frutto di una relazione con un rilevante produttore hip-hop, aveva portato la musicista svedese in territori decisamente molto frequentati, soprattutto dalle parti delle popstar da classifica. Che Li Lykke Timotej Zachrisson, peraltro, sia maggiormente ispirata dopo la fine di un rapporto sentimentale era già stato evidente ai tempi di ‘I Never Learn‘ (2014), e viene confermato da questo ‘Eyeye‘, un ritorno al passato in più di un’accezione.

Terminata la storia con Jeff Bhasker e nuovamente con il cuore spezzato, Lykke non poteva che trovare conforto nelle vecchie amicizie. Quella con Bjorn Yttling (di Peter Bjorn And John) è solidissima, e ha dato forma ai suoi primi tre album. Non è dunque un caso che quello che è il suo quinto LP in carriera rallenti come le sue opere migliori, che i beat spariscano a favore di arrangiamenti diradati ed essenziali, e che la componente emotiva torni ad essere la principale qualità di un disco in cui l’interpretazione della cantautrice nata a Ystad è parte determinante della sua riuscita. La lussureggiante produzione del lavoro precedente lascia spazio a un approccio quasi lo-fi: il microfono utilizzato in sala d’incisione è un modello relativamente economico dal costo di appena 70 euro.

Anche l’attrezzatura utilizzata fa riguadagnare quella spontaneità necessaria per discorrere di “amore e sofferenza su un piano più concettuale“, come evidenzia l’autrice. Ne discorre in appena 33 minuti, di cui 7 occupati dall’ultima delle 8 tracce della scaletta, ma ‘Eyeye‘ non dà l’idea di fuggevolezza, anzi. È intenso quasi quanto il bellissimo disco di 8 anni fa, di cui può essere considerato più propriamente il seguito, sia a livello tematico che musicale. Vi si pone un gradino sotto soltanto per un fattore sorpresa non più cobsiderabile, e per una maggiore uniformità. ‘No Hotel‘, ‘Highway To Your Heart‘, ‘Happy Hurts‘ (alla cui produzione collabora anche il boss della XL Recordings Rodaidh McDonald) e ‘Carousel‘ sono qualche tacca sopra la media, come quasi tutto questo LP, che mostra ancora una volta come i dischi alla Lykke Li li sappia fare solo Lykke Li.

VOTO: 😀



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