Slow Pulp: ‘Yard’

🎵 indie-folk/rock | 🏷️ Anti- | 🗓️ 29 settembre 2023

Ai tempi di ‘Moveys’, il loro esordio del 2020, avevamo lasciato gli Slow Pulp separati, costretti a lavorare a distanza a causa della pandemia e di un incidente d’auto occorso ai genitori di Emily Massey, che dovette tornare nel suo paesino per stare loro vicino. Per ‘Yard’, il loro sophomore, ritornare nello studio di proprietà del padre non è stata per la frontwoman una decisione imposta da alcun accadimento, ma una libera scelta artistica. Anche perché le opinioni del genitore, ex musicista e cantante, hanno sempre avuto una grossa incidenza sulle composizioni di Emily: “Lavorare con mio padre porta a qualcosa di autenticamente onesto e trasparente che non potrei instaurare con un’altra persona. È molto diretto, mi dice cose che non vorrei sentirmi dire ma di cui ho bisogno.

Una seconda fase della genesi di ‘Yard’ è si è sviluppata con un suo ulteriore isolamento, questa volta  in una baita in mezzo ai boschi nel nord del Wisconsin. Un’esperienza che ha inciso sui temi del secondo LP del quartetto, che discorre di solitudine e di accettazione di sé stessi, ma anche a livello musicale, con un importante apertura a influenze che non erano parte del debutto di tre anni fa. I ripetuti ascolti, in quella baita, delle canzoni di Lucinda Williams, ha allontanato questo nuovo disco dal dream-pop degli esordi per avvicinarsi a un folk-rock (‘Carina Phone 1000’, ‘Mud’ e soprattutto ‘Broadview’) che tende all’alternative, con passaggi molto rumorosi che potrebbero provenire da pezzi scritti da una band degli anni ‘90 (‘Doubt’, ‘Slugs’, ‘Worm’).

Permane, dunque, una forte componente derivativa nella musica degli Slow Pulp, benché la loro crescita compositiva risulti evidente, sia per la maggiore duttilità conseguita, sia per la bontà delle canzoni in sé, che rendono tutti i 31 minuti di ‘Yard’ accattivanti e briosi. Sta ora a Emily & friends rimodellare quanto implementato in maniera un po’ più estrosa. Nel mentre, non possiamo non rilevare che, terminato l’ascolto, viene voglia di risentire entrambi i loro dischi.

🙂


 


 

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