The National: ‘Laugh Track’

🎵 Soft-rock | 🏷️ 4AD | 🗓️ 18 settembre 2023

Nessuno avrebbe pensato che i National potessero giungere alla doppia cifra così in fretta. E invece da lunedì scorso gli album della loro storia straordinaria sono diventati dieci, con l’annuncio e la fulminea pubblicazione di ‘Laugh Track‘, il secondo LP diffuso nel 2023. Appena cinque sono i mesi trascorsi dal precedente, segno evidente che le canzoni dei due dischi non possono che essere state generate contemporaneamente. Quelle dell’opera in questione, però, hanno potuto essere perfezionate nel tour di ‘First Two Pages of Frankenstein‘ e, a differenze delle altre uscite ad aprile, si sono potute avvalere della produzione di Tucker Martine.

Un disco che appare come la congiunzione tra un companion album, una raccolta di inediti e, purtroppo, anche di B-sides. In tracklist c’è un pezzo pubblicato più di un anno fa, quel ‘Weird Goodbyes (feat. Bon Iver)‘ a cui Aaron Dessner dice di avere “finalmente trovato una casa“, oltre ai due brani, ‘Alphabet City‘ e ‘Space Invader‘, diffusi a fine agosto, e dunque non destinati unicamente un 7″. In ogni caso, le tracce contenute in ‘Laugh Track‘ non paiono corrispondere alla descrizione della press-release della 4AD, che le definisce “ricche di spontaneità e di energia rock d’annata che costituisce un perfetto complemento alle canzoni del suo predecessore più introspettivo“. In realtà di introspezione ce n’è parecchia anche qui, e le uniche parti assimilabili al concetto di “rock” sono un paio di code sonore (quelle di ‘Space Invader‘ e ‘Smoke Detector‘).

L’enorme ammirazione che proveremo per sempre nei confronti di Matt Berninger e soci non può impedirci di rilevare come questo fosse, probabilmente, il momento peggiore per pubblicare un altro album dei National. Temporalmente troppo prossimo a un LP non impeccabile, evidentemente parte di un periodo non tra i più creativamente brillanti del quintetto: la batteria di Bryan Davendorf viene inopinatamente lasciata ancora in disparte a favore di scolastiche drum machine, e gli intrecci di chitarra dei gemelli Dessner non rappresentano più l’architrave delle nuove composizioni, che si ritrovano così appiattite su un soft-rock prevedibile e a tratti un po’ noioso (‘Alphabet City‘, la stessa ‘Weird Goodbyes‘, ‘Dreaming‘, ‘Tour Manager‘). Non è un caso che l’unico picco qualitativo tra le dodici tracce in scaletta sia la title-track , che si giova della salvifica presenza di Phoebe Bridgers. ‘Laugh Track‘ si rivela, dunque, il primo mezzo passo falso di una carriera impeccabile; paga un’improvvisa bulimia compositiva che appare, quantomeno, priva di logica.

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