Alvvays: ‘Blue Rev’ (Transgressive, 2022)

Genere: power-pop | Uscita: 7 ottobre 2022

Ne sono successe di ogni agli Alvvays prima che riuscissero a dare alle stampe il loro agognato terzo album. Prima il furto dei demo dall’appartamento della frontwoman Molly Rankin, quindi un incendio che ha distrutto parte delle attrezzature del gruppo, poi ancora il cambio di 2/5 della line-up, in ultimo la pandemia. È stato il produttore Shawn Everett (già in studio con Alabama Shakes, Kacey Musgraves, War On Drugs e Killers) a dare un taglio a dei tempi che stavano parecchio dilatandosi, scegliendo di registrare tutte e 14 le canzoni del disco in presa diretta, con due-tre take per brano, in un paio di giorni, pensando egli stesso alla sistemazione definitiva delle tracce.

Per questo ‘Blue Rev‘ suona tanto diretto e più rumoroso del solito, quasi si fosse a un concerto della band canadese. ‘Pharmacist‘, il primo singolo, alle ormai caratteristiche melodie disegnate dalla Rankin sottende chitarre che si distorcono sino a un passo dello shoegaze. Una caratteristica che si ritrova molto frequentemente nel resto della scaletta (‘Easy On Your Own‘, ‘Pomeranian Spinster‘, ‘Belinda Says‘), che viene dunque parecchio energizzata dalle scelte di Everett e dall’apporto della nuova ruspante sezione ritmica.

Si riassume qui la differenza che passa tra il terzo e i primi due LP degli Alvvays, che si mantengono assai rassicuranti nella riproposizione di un passato, in questi tempi incerti, che pare ancora più remoto. Non cambia pressoché nulla a livello armonico e, sostanzialmente, neanche sul piano stilistico. Gli Smiths e più in generale l’indie-pop britannico della seconda parte degli anni ’80 rimangono la stella polare per Rankin e soci, abili come poche band così derivative (citiamo i Beths e i Northern Portrait) a dare una rilettura in linea con la contemporaneità pur non disperdendo la magia melodica propria del genere (‘After The Earthquake‘, ‘Pressed‘, ‘Many Mirrors‘). Se “jangle” e “twee” sono termini che rimangono saldi nel vostro background, non potrete non apprezzare ‘Blue Rev‘, come probabilmente avrete già fatto con ‘Alvvays‘ (2014) e ‘Antisocialites‘ (2017).

VOTO: 🙂



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