Daniel Blumberg: ‘On&On…’ (Mute, 2020)

Genere: experimental-rock | Uscita: 31 luglio 2020

Squadra che vince non si cambia“, dicevano gli allenatori di una volta, e così è stato anche per il sophomore solista di Daniel Blumberg, ex Yuck, Cajun Dance Party e un sacco di altri progetti, che con ‘Minus‘ del 2018 aveva finalmente dato prova di essere riuscito a incanalare in qualcosa di molto bello la sua straordinaria (nel senso di fuori dall’ordinario) creatività. Così, in studio di registrazione sono tornati Ute Kanngiesser (violoncello), Billy Steiger (violino), Tom Wheatley (contrabbasso) e Jim White (batteria) oltre che il produttore Peter Walsh. Anche la grafica di copertina fa intendere come ‘On&On…‘ sia un vero e proprio seguito dell’LP di due anni fa; immutata è anche la costruzione dei suoni, affidati principalmente a chitarra acustica e archi.

C’è però, in questo nuovo lavoro, un’ancor più accentuata vena sperimentale, parte della complessa personalità del suo autore, che spesso sembra essere l’unico reale destinatario delle proprie composizioni. Non un male in senso assoluto, ma è quando Blumberg sceglie di non auto-disarcionarsi dalla forma canzone che i risultati si fanno davvero ottimi. In questo disco diminuiscono, però, tal genere di occasioni: ‘Bound‘ e ‘Teethgritter‘ potrebbero anche essere uscite da un vecchio album degli Yuck, per quanto ricordano modelli d’Oltreoceano come le ballate agrodolci di Yo La Tengo e Silver Jews.

In ‘On&On…‘ è però l’improvvisazione a farla da padrona, anche come estetica che incontra un’etica tutta propria, rafforzatasi dall’assidua frequentazione del Café Oto di Londra (il locale del quartiere di Dalston luogo d’incontro per musicisti in animo di jam session). ‘Sidestep Summer‘, ‘Silence Breaker‘ e ‘Pillow‘ sono come interrotte da una sorta di stream of consciousness strumentale, che blocca un crescendo emozionale che in tutti e tre i casi era quasi giunto al pieno moto. La scelta, poi, di riprendere la title-track per ben 4 volte in una scaletta di 9 tracce, sebbene coerente con il proposito di “un vero e proprio brano infinito che rappresenti al meglio il paradosso del cerchio, esistendo in uno spazio laminare tra il moto perpetuo e la stasi” (dalla nota stampa ufficiale, ndr), rende l’insieme un po’ troppo ridondante. ‘On&On…‘ è, se possibile, un disco ancora più complesso di ‘Minus‘, ugualmente unico nel suo genere, ma proprio perché non altrettanto bilanciato tra convenzionalità e sperimentazione, un po’ meno riuscito.

VOTO: 🙂



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