Fontaines D.C.: ‘Romance’

🎵 Indie-rock | 🏷 XL | 🗓 23 agosto 2024

Una nuova etichetta e un nuovo look: la promozione di ‘Romance‘, il quarto album in studio dei Fontaines D.C., pare mettercela tutta per dipingere una band in fase di mutamento, a partire da un primo singolo, ‘Starbuster‘, che strizza l’occhio al rap come nella migliore tradizione del rock-crossover.

In realtà, la nuova fatica della band di Dublino è meno discontinua rispetto al cambio di guardaroba dei suoi componenti. Per fortuna, oseremmo aggiungere, dal momento che gli outfit fluo potevano sembrar indirizzare il quintetto verso territori nu-rave. E invece no, ‘Romance‘ è un disco ancora formalmente indie-rock, in cui la ‘storica’ componente post-punk è meno presente giacché la scelta precisa di Grian Chatten e soci è stata quella di diventare più fruibili.

Lo si avverte quasi subito, dalla succitata (seppure molto ben riuscita nel suo genere) seconda traccia. La poppizzazione dei Fontaines D.C. prosegue senza soluzione di continuità in brani come ‘Here’s The Thing‘, ‘Bug‘ e ‘Favourite‘ (in cui il frontman spesso ricorre a un quasi inedito falsetto), e in ballate quali ‘Desire‘, ‘Sundowner‘ e ‘In The Modern World‘, quest’ultima non a caso dichiaratamente influenzata dalla musica Lana Del Ray.

Il fatto che, analogamente, vengano citati Korn, Alice In Chains, Smiths, Blur, Outkast, Sega Bodega, quasi si stesse compilando una playlist, rivela la reale natura di questo disco, che pare cercare di battere ogni strada per far partire una rincorsa a quella notorietà diffusa che i Fontaines D.C. avevano sempre trascurato. Una coloratissima metropoli come Tokyo, città parimenti menzionata tra le maggiori fonti di ispirazione del disco, non è certo la piccola e grigia Dublino, e si sente. Il punto è valutare se tutti questi nuovi elementi che il gruppo irlandese ha portato nel proprio suono lo abbiano davvero migliorato.

L’umile parere di chi vi scrive è che ‘Romance‘ sia sostanzialmente un disco meno grintoso di ‘Dogrel‘, meno coeso di ‘A Hero’s Death‘ e meno profondo di ‘Skinty Fia‘, dunque il peggiore degli LP targati Fontaines D.C.. Non si tratta comunque di un cattivo lavoro, e contiene almeno tre ottimi pezzi (le già citate ‘Starbuster‘, ‘Here’s The Thing‘ e ‘Favourite‘), ma non trasmette quel mordente, quella tensione emotiva che emanavano i suoi predecessori. Forse perché il vero cambiamento è l’allontanamento dal rock in quanto attitudine e visione, più che dal genere musicale in sé.

🙂



 

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